Che in Europa ognuno badi unicamente ai propri interessi immediati, senza avere un orizzonte ampio, è cosa risaputa. Tra i più contrariati ai dazi alle auto elettriche cinesi ci sono Germania e la Spagna. Se la Germania da una parte teme di perdere i clienti cinesi, dall’altra insieme alla Spagna vede nei dazi un potenziale rischio per le proprie auto prodotte in Cina per il mercato europeo.
In pratica la preoccupazione principale nasce dal fatto che i dazi non penalizzerebbero soltanto i produttori cinesi, ma anche le Case automobilistiche europee che hanno spostato parte della loro produzione nel Paese asiatico. Un esempio emblematico è la Cupra Tavascan, il Suv elettrico prodotto in Cina dalla Volkswagen presso lo stabilimento di Hefei, nella provincia dell’Anhui. Cupra, il brand catalano del gruppo, ha definito “punitive” queste nuove tariffe, temendo che possano mettere a rischio il futuro della Tavascan.
Altri stanno correndo ai ripari
Non c’è ovviamente solo Cupra, perchè altre Case automobilistiche europee si trovano a dover affrontare la stessa situazione. Un esempio chiave è Volvo, che attualmente produce il suo Suv elettrico EX30 in Cina, ha annunciato che trasferirà l’assemblaggio nella fabbrica di Gand, in Belgio, entro la prima metà del 2025. Questa mossa permetterà a Volvo di evitare i dazi e mantenere competitivo il prezzo del veicolo sul mercato europeo.
Nel frattempo, le Case automobilistiche cinesi, consapevoli delle difficoltà che i nuovi dazi comportano, stanno accelerando i loro piani di espansione in Europa. Xpeng sta valutando possibili siti per stabilire impianti di produzione direttamente nel continente, così come sta facendo anche Dongfeng. Si tratta di una tendenza crescente tra i produttori cinesi, con l’0biettivo di avvicinare la produzione ai mercati di destinazione, per evitare non solo i dazi, ma anche le note difficoltà logistiche.