C’era una volta Smart. La mitica citycar nata a fine anni Novanta, ma frutto di una lunghissima gestazione partita dal progetto di un dipendente di Mercedes. Perché Smart è di Mercedes. O meglio è sempre stata di Mercedes fino a quando nel 2019 ha deciso di sposare completamente la causa dell’elettrico. E quindi il gruppo tedesco ha portato a termine un’alleanza con il colosso cinese Geely.
Oggi, quindi, Smart è ancora di Mercedes o è cinese? Una domanda non di facile risposta. Ognuno può avere la sua opinione. E chi non vuole entrare nella diatriba potrebbe dire ‘metà e metà’. Ma anche quest’ultima affermazione è opinabile. Riassumiamo quindi i fatti per poi giungere alle conclusioni.
Smart tra Cina e Mercedes: di chi è veramente
La storia di Smart
E’ stato come accennato un dipendente Mercedes, tale Johann Tomforde, a disegnare nel 1972 i primi schizzi della citycar, con l’idea di creare una vettura compattissima e a due posti per viaggiare nel traffico urbano. Esattamente vent’anni dopo nel nel dicembre 1992, Nicolas Hayek, proprietario della Swatch, si interessa al progetto e, insieme all’allora amministratore delegato di Mercedes-Benz, Warner Niefer, lancia il marchio SMART, acronimo di Swatch-Mercedes ART.
Smart in inglese significa furbo e, difatti, la vettura è frutto di una personalizzazione estrema, con un design intercambiabile simile ai cinturini degli orologi, grazie ai tanti colori della carrozzeria che permettono di cambiare l’aspetto della vettura a piacimento. La prima Smart è stata lanciata sul mercato nell’ottobre 1998 sotto il brand MCC di Daimler. Rigorosamente tedesca, dunque, Di questo marchio, in realtà, non si ricorda nessuno, perché nei successivi 20 anni la stessa Smart è diventata un marchio e un simbolo.
La svolta elettrica di Smart
La vita della citycar a benzina ha attraversato tre serie, la seconda nata nel 2007 e la terza nel 2014 per rendere la vettura sempre più moderna. La due posti è stata affiancata dalla forfour, inizialmente un esperimento durato dal 2004 al 2006, poi modello vero e proprio dal 2014. Nel 2019, però, la svolta: Smart annuncia la nuova gamma, con cui il brand intende abbandonare definitivamente il motore endotermico, diventando così il primo marchio al mondo a convertire tutte le auto a zero emissioni.
Non solo. Nel 2020 nasce Smart Automobiles. E di fatto la Smart smette di essere tedesca. O almeno del tutto tedesca. Perché Smart Automobiles è frutto di una joint venture tra Daimler e Geely, con entrambe che, per crearla, hanno investito 350 milioni di euro. La società ha sede a Ningbo, poco a sud di Pechino, ma gli uffici sono in diverse zone della Cina e della Germania. I compiti sono chiari: il design è in capo a Mercedes, meccanica a Geely, proprietaria anche di Volvo e Polestar. Così, oltre alla fortwo, nascono altri modelli, in primis la Smart #1.
Perché cambiare?
Perché Smart ha deciso di cambiare direzione in modo così drastico, nonostante l’enorme successo della fortwo, che solo in Italia ha tagliato il traguardo delle 650mila auto vendute? La risposta si trova nell’esigenza di transizione ecologica. Come detto, Smart ha scelto di trasformarsi in un marchio esclusivamente elettrico, ma la gamma fino al 2020 è sempre stata composta soltanto due modelli, fortwo e forfour.
Per competere a livello globale sul mercato dell’elettrico, Smart aveva bisogno di una svolta. E Mercedes, pur investendo molto nelle auto a batteria, si è sempre concentrata su modelli più grandi e lussuosi. Ecco perché era necessario trovare un partner, che è stato individuato in Geely. Che è un’importante azienda cinese, fondata nel 1986. Ha iniziato producendo frigoriferi, per poi passare alle moto e successivamente ai piccoli veicoli commerciali nel 1998. Nel 2002, Geely ha avviato la produzione di auto crescendo fino a diventare uno dei principali Costruttori in Cina. Per mantenere la sua competitività, Geely ha deciso di investire fortemente nell’elettrico, un know-how ideale per Smart.
Cinese o tedesca? Conclusioni
La gamma Smart oggi è totalmente cambiata: la mitica fortwo è uscita di produzione, per lasciare spazio a modelli più grandi, la #1, la #3 e la #5, in arrivo il prossimo anno. Non più citycar, ma Suv. Arriverà anche la #2, erede della fortwo. Quindi, tornando alla domanda iniziale, è cinese o di Mercedes, possiamo forse dare risposte diverse a seconda di come si affronti la questione.
Se si guarda l’esterno, il design squadrato e il dna rimangono quelli pratici e furbi tipici degli esordi della vettura, quindi molto tedeschi. Se si guarda la struttura, la piattaforma e il cuore elettrico condivisi con altri modelli Geely, d’altra parte, sono cinesi. E allora come la mettiamo? In fondo qualcuno potrebbe dire che nell’epoca della globalizzazione non ha più senso chiedersi se la Smart sia più tedesca o più cinese. La Smart è la Smart, un brand con quasi 40 anni di storia. Anche se, mettendo a confronto la prima citycar con i Suv di oggi, i puristi, certamente, saranno inevitabilmente invasi da un pizzico di malinconia.