Dal primo Dicembre finita la “pacchia” dello sconto sui carburanti ottenuto con il taglio delle accise, con un effetto finale piuttosto marcato: si passa infatti da 30,5 a 18,3 centesimi al litro.
Totalmente contrario il Codacons, come del resto tutti noi. Secondo Carlo Rienzi:
Si tratta di una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani. In primo luogo la riduzione del taglio delle accise provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa di 12,2 centesimi al litro e una maggiore spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui a famiglia ipotizzando due pieni mensili di carburante, conto che sale al crescere dell’utilizzo dell’automobile da parte dei cittadini.
In secondo luogo, fatto ancora più grave, l’abbassamento del taglio dell’accisa produrrà pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% delle merce in Italia viaggia su gomma. Ci saranno quindi conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati.
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, si tratta di:
un atto da kamikaze. Un suicidio politico. Il Governo ha poche idee, ma confuse. Non ha ancora capito che bisogna far scendere l’inflazione e che per farlo si devono ridurre i prezzi dei beni energetici, ossia luce, gas e carburanti, senza i quali l’inflazione a ottobre sarebbe stata pari, secondo i dati Istat, al 5,9% invece che all’11.8%, ossia esattamente la metà.
Vedremo se nelle prossime ore ci saranno ripensamenti, o se il prezzo dei carburanti è davvero destinato a salire.
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