salone di ginevra

Altra figuraccia per il Salone di Ginevra che salta anche il 2022, si farà nel 2023 ma nessuno ci crede più.

Le scuse più imbarazzanti di sempre fanno capire la pochezza dell'attuale Salone di Ginevra.

Il Salone di Ginevra non decolla più, e anche per il 2022 da forfait. La crisi che attanaglia quello che era il Salone più importante del mondo è profonda, e si vede. Da una parte la sfiducia nei confronti degli organizzatori che nel 2020 hanno ignorato la pandemia di coronavirus bloccando tutto a due giorni dall’inizio a stand montati. A questo si somma la sfiducia del mondo automotive nei confronti dei saloni in generale.

Il flop dell’ex Salone di Francoforte diventato Salone della mobilità di Monaco mescolando auto, monopattini e biciclette, tenuto all’aperto nelle vie della città ma con biglietto da pagare all’ingresso (!), ha scoperchiato il cortocircuito di questo genere di manifestazioni. Che, sia chiaro, funzionano ancora molto bene quando sono settoriali, come abbiamo visto al Motorbike Expo Verona, con il Milano AutoClassica, ma che diventano un gran pasticcio quando in pochi devono guadagnare sulle spalle di molti.

Ne avevamo già parlato in passato, quando denunciavamo stand del costo di milioni di euro, e case automobilistiche nelle mani di hotel “strozzini” che imponevano prenotazioni con anni di anticipo, a prezzi stellari. Ha senso tutto questo oggi? Evidentemente no, perché probabilmente la pandemia ha segnato uno spartiacque rispetto al quale non si può tornare indietro.

E nulla valgono le parole, che sembrano davvero le scuse di un bambino che non ha fatto i compiti a scuola. Ovviamente gli organizzatori danno la colpa al covid per il fatto di non essere in grado di portare a termine il Salone nel 2022.

Leggiamo infatti dal comunicato ufficiale:

“Le questioni dirette e indirette relative alla pandemia di COVID-19 in corso hanno lasciato gli organizzatori senza alternative. Da un lato, le questioni dirette della pandemia includono continue restrizioni di viaggio per espositori internazionali, visitatori e giornalisti.”

E ci fermiamo qui per un istante, perché oggi ci sembra invece che con le campagne vaccinali e con green pass o similari, il mondo ha trovato un modo per andare avanti. I tifosi tornano negli stadi anche in Italia, il turismo ha comunque dato segni di ripresa, ma gli unici che non ce la fanno sono gli organizzatori del Geneva International Motor Show.

Ma proseguiamo con il comunicato perché la faccenda diventa imbarazzante scorrendo il resto della dichiarazione ufficiale pubblicata da Christoph Wolnik a nome di Maurice Turrettini, e Sandro Mesquita, rispettivamente Chairman e CEO del GIMS:

“D’altra parte, le questioni indirette della pandemia, come la carenza di semiconduttori, hanno presentato i produttori di automobili con nuove priorità che devono risolvere prima”.

Ora, senza altri giri di parole, a chiunque viene da ridere dopo aver letto una frase del genere, assolutamente fuori contesto rispetto a quello che è un Salone, come se i reparti PR e Comunicazione delle case automobilistiche si fossero messi tutto ad un tratto a cercare di risolvere la crisi dei semiconduttori. Una crisi che non ha impedito l’organizzazione del salone dello lo scorso mese a Monaco, ma che impedisce invece di esserci a Ginevra tra qualche mese. Viene da pensare che si tratti di un’altra scusa per cercare di rattoppare una nave che affonda.

E probabilmente sta davvero affondando, perché il mondo è cambiato anche nella composizione dei grandi gruppi automobilistici, che oggi hanno più potere contrattuale. Facciamo un solo esempio, comunque replicabile per altri gruppi: se Stellantis decide di non stare più al gioco, carissimo, imposto dagli organizzatori di Ginevra, ben nove marchi, in ordine alfabetico Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS, Jeep, Lancia, Maserati, Opel e Peugeot, non sarebbero presenti, con un effetto domino devastante per tutti gli altri.

E’ chiaro allora come i rapporti di forza siano cambiati, e questo dovrà significare un conseguente cambiamento radicale nella proposta fieristica del mondo automotive. Turrettini e Mesquita danno appuntamento al 2023, ma dato che non c’è due senza tre, aspettiamo anche l’annuncio di un nuovo appuntamento nel 2024.

Qui sotto il comunicato ufficiale:

A causa dei problemi dell’industria legati alla pandemia COVID-19, la fondazione Comité permanent du Salon international de l’automobile, come organizzatore del Geneva International Motor Show (GIMS), è stata costretta a rinviare l’evento al 2023. Mentre il febbraio 2022 sarà cancellato, i passi già intrapresi per far evolvere la piattaforma continueranno ad essere implementati, consentendo uno spettacolo più incisivo nel 2023.

La decisione di cancellare il GIMS 2022 è stata presa nell’interesse sia delle case automobilistiche che degli appassionati di automobili. Le questioni dirette e indirette relative alla pandemia di COVID-19 in corso hanno lasciato gli organizzatori senza alternative. Da un lato, le questioni dirette della pandemia includono continue restrizioni di viaggio per espositori internazionali, visitatori e giornalisti. D’altra parte, le questioni indirette della pandemia, come la carenza di semiconduttori, hanno presentato i produttori di automobili con nuove priorità che devono risolvere prima. Questi problemi hanno portato a diverse cancellazioni recenti, che hanno portato alla conferma finale del rinvio del salone.

“Abbiamo spinto molto e fatto di tutto per riattivare il Salone internazionale dell’automobile di Ginevra nel 2022”, dice Maurice Turrettini, presidente del Comité permanent du Salon international de l’automobile. “Nonostante tutti i nostri sforzi, dobbiamo affrontare i fatti e la realtà: la situazione pandemica non è sotto controllo e si presenta come una grande minaccia per un grande evento indoor come il GIMS. Ma vediamo questa decisione come un rinvio, piuttosto che una cancellazione. Sono fiducioso che il Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra tornerà più forte che mai nel 2023”.

Il CEO del Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, Sandro Mesquita, dichiara: “Molti espositori hanno indicato che le incertezze causate dalla pandemia COVID-19 rendono impossibile per loro prendere un impegno fermo per il GIMS 2022. A questo si aggiunge l’impatto negativo che l’attuale carenza di semiconduttori ha sui produttori di automobili. È probabile che la crisi dei chip si trascini fino al prossimo anno, con implicazioni finanziarie negative per gli OEM. In questi tempi incerti, molti marchi non sono quindi in grado di impegnarsi a partecipare a una fiera che si sarebbe svolta tra poco più di quattro mesi. Quando sono stati considerati tutti i fattori, è diventato chiaro che era necessario rinviare la fiera, e annunciare la notizia al più presto per evitare la cancellazione con poco preavviso”.

Negli ultimi mesi, è andato crescendo l’interesse per la nuova piattaforma GIMS che prometteva di coinvolgere più persone in tutto il mondo con un ecosistema digitale e un’esperienza complessiva migliorata. Gli OEM, i giornalisti e il pubblico sono stati informati che i passi già avviati per questa piattaforma stanno continuando per portarla al suo pieno potenziale nel 2023.

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