Che il recente Salone di Francoforte sia stato deludente, è sotto gli occhi di tutti, a dichiarare che è stato un completo fallimento è stato però Karl-Thomas Neumann, ex CEO di Opel.
Il suo tweet è inequivocabile:
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Che in italiano suona così: “È ovvio, quindi diciamolo esplicitamente: il Salone di Francoforte è stato un fallimento enorme. È solo una triste ombra di quello che era. Non ci sarà un # IAA2021. Fine della storia“.
D’altra parte lo avevamo visto quando avevamo pubblicato l’elenco degli assenti, che contava Abarth, Alfa Romeo, Alpine, Aston Martin, Bentley, Cadillac, Chevrolet, Citroen, Corvette, Dacia, Dodge, DR, DS, Ferrari, Fiat, Infiniti, Isuzu, Jeep, Lancia, Lotus, Lexus, Mahindra, Maserati, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Peugeot, Rolls Royce, Saangyong, Subaru, Suzuki, Tesla, Toyota, Volvo. Troppe marche non presenti, per un salone che si vuole fregiare del titolo di internazionale.
Ovviamente il tweet ha suscitato reazioni, ne segnaliamo qualcuna.
Il giornalista inglese Steve Fowler:
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“E perché non hanno spostato tutto fino in un’area? Servono 1,5 km a piedi attraverso padiglioni vuoti per andare da Daimler alla BMW. E’ sciocco. Vendete alcune aree ad Amazon per farci un magazzino!”
A cosa si riferiva? Agli spazi vuoti che si sono creati per l’assenza dei marchi non tedeschi, come testimoniato da alcune foto che pubblichiamo:
Attenzione, perchè non si tratta di foto pre salone, ma di spazi dove prima c’erano case che non sono venute. Chiarisce meglio il concetto Neumann, in un tweet di spiegazione:
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“Se così tante case automobilistiche non trovano che valga la pena venire, il salone non rappresenta l’intero settore come una volta. Inoltre è troppo monodimensionale. Solo automobili. E fanno più titoli le proteste che le vetture. È una foto triste.”
Si perchè alla fine, almeno in Germania, ha avuto più spazio Greenpeace che accusa l’automobile di essere una “clima killer”, mentre chissà per quale motivo camion, aerei e navi non lo sono.