Grande scandalo sulla stampa nazionale per l’aumento del 10% dei divieti di sosta, le violazioni di ZTL e superamento i limiti di velocità. Da Gennaio 2023 le infrazioni al Codice della Strada dovrebbero aumentare del 10%, sempre che il nuovo governo non ci metta una pezza.
L’aumento è dovuto ad un meccanismo automatico come adeguamento biennale delle sanzioni previste, tramite un indice elaborato per il Codice della Strada da Istat su base mensile, il Foi, indicatore dei prezzi al consumo per le famiglie comuni italiane.
Ebbene, i nuovi importi vedono passare il divieto di sosta da 42 euro a circa 46 euro, le violazioni di una ZTL da 83 a circa 91 euro, quella per l’uso del cellulare alla guida da 165 euro a 181 euro, passare con il rosso di giorno passa da 167 euro a 183, di notte dai 222 euro ai 244, superare minimamente i limiti di velocità dai 173 – 695 euro di media ai 190 – 764 euro e via di seguito.
Per una volta siamo in totale disaccordo con tutti. Anche con i nostri amici dell’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che ha lanciato un appello affinché gli aumenti vengano bloccati perché si rischia il “default” stradale. Ed anche con il Codacons che ha dichiarato all’agenzia di stampa Dire di essere pronto alla battaglia legale.
Siamo un Paese che ha evidenti problemi psicologici. Da una parte tutti a dire che non ci sono deterrenti, che le pene non sono sufficienti, che bisognerebbe togliere la patente a chi passa con il rosso, che le auto in divieto di sosta dovrebbero essere portate vie con il carro attrezzi. Quando invece le multe vengono aumentate, ecco che si alzano le barricate. Pare che pagare una multa sia una tassa, quando non è così. Passare con il rosso non è un diritto, superare i limiti di velocità non è un diritto, parcheggiare sui posti disabili non è un diritto.
Il problema è un altro. I veri problemi sono i limiti di velocità posti ad hoc per fare “multe senza pietà”, come cantava Faletti. E questo è sbagliato a prescindere dell’importo. I problemi sono i comuni furbetti dove il giallo dura un istante, facendo prendere il “rosso automatico”. I problemi sono i parcheggi che diventano a pagamento da un giorno all’altro. Ma anche questo non c’entra nulla con gli importi delle multe.
I comuni sono stati abituati a poter fare il bello e il cattivo tempo, sostenuti dalla propaganda anti automobili, che ovviamente sono diventate il male assoluto della società. Ci sarebbe molto da discutere su questo punto, e su chi ci ha marciato per notorietà personale. Eppure pare che oggi il problema sia l’importo delle multe, che fa molto difensore del popolo, ma che sotto sotto non risolve nulla.
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