La società di ricerca Wood Mackenzie ha di recente pubblicato un rapporto secondo il quale il mercato del riciclo delle batterie dei veicoli elettrici non sarà un’attività importante almeno fino al 2030. Come sappiamo, il riutilizzo delle materie prime usate per gli accumulatori è ciò a cui punta la gran parte dei produttori, ed è considerato un modo per ridurre la domanda di risorse e, quindi, rendere più sostenibili queste vetture.
Tuttavia, sembra che sarà piuttosto difficile per gli addetti lavori raggiungere una vera competitività in termini di costi e volume, ma anche trovare abbastanza pacchi batteria da riciclare fino al 2030, considerando che ancora il numero di veicoli di questo genere in circolazione è abbastanza basso, e ancora nuovo.
Evoluzione e problematiche del riciclo della batteria
Chiariamo subito che il mercato del riciclo delle batterie è una cosa che può funzionare, e ha guadagnato una certa posizione nel settore dell’elettronica portatile. Ma se gli accumulatori di smartphone e laptop sono relativamente semplici da riciclare, lo stesso ovviamente non vale per i pacchi batteria delle auto elettriche, decisamente più complesse e più difficili da dividere in singole celle per riciclarne i materiali, almeno secondo quanto dice il rapporto.
C’è poi il fattore economico, che non è da poco: produrre nuove batterie costa meno che riciclare quelle vecchie, e gli addetti al settore per di più stanno sempre più usando materiali più economici che potrebbero ridurre i costi di produzione e, almeno a livello teorico, anche quello delle stesse auto elettriche.
Le case automobilistiche, poi, stanno cercando anche altre soluzioni oltre agli ioni di litio, in particolare c’è sempre più interesse e ricerca nelle batterie allo stato solido, che richiederebbero ai lavoratori che si occupano del riciclo delle batterie di modificare i loro processo di lavoro.
Una fornitura limitata
Il rapporto rilasciato da Wood Mckenzie individua poi che probabilmente la fornitura di pacchi batteria riciclabili sarà limitata al momento, per i motivi suddetti: sono ancora poche le vetture elettriche in circolazione, e si prevede che quelli più recenti dureranno molto a lungo nel tempo.
Ecco perché la capacità di riciclo delle batterie riuscirà a superare la fornitura di pacchi batteria solo nel 2030, squilibrio che tuttavia potrebbe essere ridotto con la previsione di un aumento della produzione di auto elettriche nei prossimi anni, dovuta al fatto che sempre più governi hanno messo al bando i motori termici in tempi sempre più brevi.
Al momento, però, questo rapporto mette in discussione le intenzioni di amministrazioni e case automobilistiche. Il presidente federale degli Stati Uniti, Joe Biden, sta spingendo aumentare l’infrastruttura per il riciclo delle batterie, ma potrebbero risultare fondamentalmente inutili senza ancora molti pacchi batteria in giro.
Questo vale anche per le case automobilistiche che puntano a recuperare tutti, o quasi, i materiali. Per esempio Hyundai, che al primo test drive della Ioniq 5 ci ha raccontato le sue iniziative a riguardo; o Ford, che per questo ha stretto accordi con Redwood Materials; o General Motors, che ha fatto la stessa cosa con Li-Cycle. Volkswagen, ancora, ha dichiarato di aver sviluppato un processo interno capace di recuperare il 95% delle materie prime usate per produrre le batterie delle sue auto.
Prima del riciclo
C’è però una soluzione più immediata, prima del riciclo delle batterie. Alcuni produttori, infatti, hanno pensato di riutilizzare gli accumulatori per lo stoccaggio di energia stazionaria. Per esempio, una società californiana ha realizzato un array di accumulo energetico usando 160 pacchi batteria delle prime Nissan Leaf.
Ad ogni modo, quella legata allo smaltimento e riciclo delle batterie per le auto elettriche resta ancora un’incognita importante. Possiamo fare mille ipotesi, ma solo quando ci sarà una reale diffusione di questi mezzi, e saranno passati anni, capiremo le difficoltà più o meno grandi legate al loro riutilizzo.
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