Portabilità delle targhe – E’ di poche ore fa la notizia che era in giro da anni. Nel suo intervento al Senato, il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha affermanto: “Preferisco chiudere dando la notizia di una importantissima misura che porterà a breve un risparmio in termini di tempo e denaro per tutti i cittadini: ossia la portabilità della targa quando si cambia auto. Si tratta di una di quelle innovazioni che avvicinano il mio ministero alla vita di tutti e di cui vado fiero“.
La portabilità delle targhe era già prevista dal decreto Bersani nel 2007, ma non era mai stata attuata. I benefici saranno di natura economica, in quanto il Poligrafico di Stato dovrebbe in questo modo stampare meno targhe che in passato. I cittadini risparmieranno? Teoricamente si, ma dato che a pensar male ci si azzecca sempre, siamo pronti a scommettere che il conto per l’automobilista sarà pressochè invariato.
L’associazione bidirezionale tra possessore del mezzo e della targa di riconoscimento, ovvero la cosiddetta portabilità delle targhe cambierà in meglio la vita degli italiani? Considerato il numero di immatricolazioni, ed il numero di acquisti e vendite di vetture e moto usate, possiamo dire che non è di certo tra le cose più urgenti da mettere in cantiere. Considerando il prezzo di acquisto di vetture e motocicli nuovi, il costo della targa è sicuramente “annacquato” in mezzo a tasse e balzelli vari: si tratta di… 41,78 euro. Certo, sempre meglio averli in tasca, ma diciamo la verità, non cambia molto anche sui 10.000 euro circa di una vettura economica.
Toninelli ha intenzione di fare qualcosa sugli autovelox, “in modo da evitare vessazioni a danno dei cittadini spesso costretti a pagare multe salate, senza nemmeno essere stati correttamente informati circa l’installazione dei rilevatori”. Bene, speriamo sia così, cosa dire allora delle voragini sulle strade, della segnaletica orizzontale e verticale fatiscente, di quelli che viaggiano in contromano e dei rincari autostradali? Sono queste le prime problematiche che vengono in mente, non certo le targhe. Senza dimenticare la tragedia del ponte Morandi di Genova, che con i suoi 43 morti e 566 sfollati sono l’emblema dell’Italia degli anni 2000.