L’ultima ricerca condotta da S&P Global Mobility ha fatto emergere un dato interessante relativo alle case automobilistiche di lusso, che vedono la loro fedeltà al marchio, ovvero la percentuale di clienti che ritornano alla stessa azienda per la prossima vettura, è in costante calo.
L’analisi Land Rover come marchio più colpito da questo trend, seguito da Porsche, Lincoln (non presente in Europa) e Audi; tuttavia, è un fatto che riguarda in generale tutto il mercato automobilistico di lusso, salvo alcune eccezioni positive.
Come si calcola la fedeltà al marchio
La ricerca ha analizzato il trend da gennaio 2020 ad aprile 2022, e include anche il punteggio di ogni marchio premium sulla qualità conferito da J.D. Power 2022 che si assegna in base al numero di problemi riscontrati per 100 veicoli (PP100) nei primi 90 giorni di possesso del mezzo.
Di seguito, la lista dei marchi analizzati con la variazione di fedeltà rispetto al 2020:
⋅ Land Rover (-9,2% con 192 PP);
⋅ Porsche (-8,5% con 200 PP);
⋅ Lincoln (-7,9% con 167 PP);
⋅ Audi (-7,3% con 239 PP);
⋅ Mercedes (-7% con 189 PP);
⋅ Alfa Romeo (-6,6% con 211 PP);
⋅ Cadillac (-6,4% con 163 PP);
⋅ Volvo (-5,3% con 256 PP);
⋅ Infiniti (-5,2% con 204 PP);
⋅ Jaguar (-5,1% con 210 PP);
⋅ Lexus (-4,8% con 157 PP);
⋅ Media del settore: -4,5% con 199 PP;
⋅ Acura (-2,7% con 192 PP);
⋅ BMW (-2,3% con 165 PP);
Come dimostra, Land Rover è quella che dimostra il calo di fedeltà più significativo (-9,2%), e ciò forse si deve a causa delle tempistiche di lancio del suo modello di punta, il Range Rover, la cui nuova generazione è stata lanciata solo di recente dopo molti anni rispetto a quella precedente. Il marchio britannico, comunque, si posiziona bene per qualità, avendo un punteggio PP100 sotto la media (192 contro 199).
Male invece, in tal senso, per Porsche, Audi, Alfa Romeo, Volvo e Jaguar, con un calo di fedeltà superiore al 5% e non pochi problemi riscontrati. Stupiscono soprattutto i tedeschi: se infatti Alfa Romeo, Jaguar e Volvo hanno una gamma abbastanza piccola, Porsche e Audi hanno un portafoglio di modelli molto ampio, con tante motorizzazioni, ben più di marchi più virtuosi come Acura e Lexus, che non hanno attualmente veicoli elettrici in listino, per esempio.
Genesis, Maserati e Tesla unici controcorrente
Solamente tre marchi premium mostrano un’inversione di tendenza, facendo riscontrare aumenti molto significativi in termini di fedeltà al marchio:
⋅ Tesla (+4% con 226 PP);
⋅ Maserati (+4,3% con 255 PP);
⋅ Genesis (+8,5% con 156 PP);
Due gli elementi da non dimenticare. Il primo è che, eccetto Genesis, il marchio di lusso del gruppo Hyundai, sia Maserati che Tesla hanno un numero di problemi riscontrati superiore alla media, e superiore anche a Land Rover, con Maserati che in questo senso segna il dato peggiore insieme a Volvo. Il secondo è che tutti e tre i marchi hanno una gamma piccola e spesso di nicchia: Tesla al momento dispone di 4 modelli, due berline e due SUV come noto solo elettrici; Maserati ha in gamma 4 modelli, di cui una hypercar (MC20) e due ormai datate (Ghibli e Levante).
Menzione a parte per Genesis. Il marchio di lusso coreano è stato lanciato solo nel 2015, ed è prossimo al debutto europeo, eppure, sfruttando la tecnologia del gruppo, qualità costruttiva e un design a quanto pare piacente, è riuscito a diventare in poco tempo il marchio più “fidelizzato” per la ricerca di S&P Global mobility.
I tempi di consegna biblici penalizzano i tedeschi
Possiamo quindi ben dire, come dimostrano Tesla e Maserati, che non sono tanto i problemi riscontrati alle vetture a far perdere clientela oggi. Un fattore da considerare potrebbe essere quello relativo alla mancanza di semiconduttori e ai ritardi nelle consegne, che penalizzano i tedeschi e Land Rover, i quali sono i marchi ad oggi con i tempi di consegna più lunghi.
Per questo, invece di aspettare mesi o addirittura anni se si parla di auto elettriche, i clienti preferiscono scegliere un marchio che dispone di auto in “magazzino” o in pronta consegna, con qualche compromesso ma comunque ben accessoriate. Per esempio, Tesla pur di non ritardare troppo le consegne ha deciso di rimuovere le porte USB dalle sue auto, e in questi giorni ha delle Model Y con tempi di consegna di appena 7 giorni.
Anche l’inflazione potrebbe contribuire a togliere clienti fidelizzati ai soliti noti, rimescolando le carte in tavola: i prezzi delle auto sono sempre più alti, tanto che marchi più generalisti hanno in gamma vetture dal listino tutt’altro che democratici Il miglioramento della qualità di questi stessi produttori, inoltre, potrebbe attrarre nuova clientela proprio dagli storici marchi di lusso.
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