Correva l’anno 1987 quando Peugeot 405 Mi16 fece il suo debutto. La 405, auto disegnata da Pininfarina, introduceva in gamma anche la versione sportiva, la Peugeot 405 Mi16. La 405 Mi16 nasceva con l’intento di battere la concorrenza nel segmento delle berline sportive grazie ai suoi 160 CV di potenza, al comportamento dinamico del telaio ed anche alla disponibilità della trazione integrale sulla versione X4, introdotta in seguito.
La crescita della gamma 405 è su inarrestabile fin dalla presentazione del modello: le novità si sono succedute nel corso dei mesi, dalla versione station wagon Break alla versione con cambio automatico, a nuove motorizzazioni abbinate anche alla trazione integrale X4, mediante due differenziali epicicloidali ed un differenziale Torsen sull’asse posteriore.
La versione sportiva della 405 esordiva nel 1987 e riempiva un vuoto nel mercato delle berline ad alte prestazioni, ma comode e dallo stile molto elegante, frutto, come per le versioni normali, della sapiente matita di Pininfarina.
Peugeot 405 Mi16: prestazioni al top
Mi16, dove Mi sta per “multipoint injection” e 16 per il numero delle valvole. Sulla carta, il motore bialbero da 1.9 litri della serie XU9 con testata a 16 valvole erogava ben 160 CV, con possibilità di allungare fino a 7.000 giri.
Una versione che garantiva grandissime prestazioni alla berlina del Leone: 220 km/h di velocità massima e accelerazione da 0-100 km/h in poco più di 8 secondi.
Peugeot 405 Mi16: anni di successi
Nel luglio 1989, con l’uscita dalle catene di montaggio del milionesimo esemplare di 405, dopo appena due anni di commercializzazione, veniva presentata la versione 1990 della 405 Mi16 che disponeva di una serie di aggiornamenti, tra i quali i cerchi in lega passati da 14 a 15 pollici e il sistema frenante ABR (ABS) di serie.
Nel 1991 e nel 1992, per celebrare il successo alla 24 di Le Mans, venivano presentate due versioni speciali entrambe denominate “Le Mans”, la prima solo per il mercato svizzero e la seconda, prodotta in pochissimi esemplari (150 numerati), dotata di una livrea “rosso lucifero“ con interni molto eleganti in cuoio e alcantara, destinata al solo mercato francese e del nord Europa, oggi ricercatissima tra i collezionisti.
Nel 1992 il motore evolveva a favore di un 2 litri con potenza ridotta a 152 CV a causa dell’avvento del catalizzatore, obbligatorio dal 1 gennaio del 1993.
In quell’anno, dalla 405 Mi16 è poi nata la versione sovralimentata T16, che erogava 220 CV di potenza massima e raggiungeva una velocità massima di 235 km/h.
L’obiettivo della berlina 405 Mi16 non era quello di entrare direttamente nelle competizioni, ma di competere ad armi pari con le più potenti berline europee di serie, senza gli eccessi di una vettura progettata specificamente per il motorsport.
In realtà, grazie alle elevate qualità stradali e alla meccanica davvero raffinata e prestazionale, nel 1988 la 405 subentrava alla 205 T16 nelle competizioni internazionali, come vettura ufficiale di Peugeot Sport. Le versioni da gara della 405, come precedentemente accaduto per le 205, sono state equipaggiate anche con le 4 ruote motrici cosa, questa, che darà lo spunto per la presentazione e commercializzazione, nella primavera del 1989, della 405 Mi16 X4, la versione a trazione integrale.
Ari Vatanen, con una Peugeot 405 T16 scalò la leggendaria Pikes Peak, gara entrata nella storia delle competizioni sportive. La 405 lasciò il segno anche nei rally raid, come la Parigi-Dakar, dove nel 1989 e 1990 ha portato a casa la vittoria assoluta, eguagliando quanto fatto dalla 205 T16 nel 1987 e 1988. In pista, la 405 Mi16 corse anche in Italia e conobbe un certo successo.
La produzione della 405 Mi 16 cessava nel 1995, dopo quasi otto anni di produzione e con un grande successo di mercato con quasi 2 milioni e mezzo di esemplari venduti, buona parte anche in Italia, Paese dove è stata molto apprezzata.
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