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Il Comune di Palermo in causa per una multa da 38 €, perde e ne paga 500

Tutta colpa di un verbale incompleto...

Una classica storia all’italiana quella che vede il Comune di Palermo contrapposto ad una azienda per una sanzione di 37,98 euro. Una vicenda che nasce nel 2016 quando i vigili multano una vettura che sosta oltre il periodo consentito nella scheda di parcheggio. Da qui una prima opposizione al Giudice di Pace, che però dà ragione al Comune di Palermo.

In appello sentenza ribaltata, accogliendo il ricorso perché nel verbale non si ricavava, come sarebbe stato necessario, né a che ora sarebbe scaduto il tagliando, né quante ore sarebbero state evase. Impossibile quindi garantire la completezza della contestazione e ad assicurare l’esercizio del diritto di difesa. Oltretutto, il giudice stabilisce che il fatto contestato non costituisce neppure un illecito amministrativo in quanto non sarebbero previste sanzioni per la sosta oltre la scadenza del ticket, ma unicamente l’ipotesi di mancata esposizione della scheda parcheggio.

Il parere del MISE del  6 maggio 2015, n. 2074 aveva chiarito infatti che nel caso invece di aree di parcheggio dove la sosta è consentita a tempo indeterminato e subordinata al solo pagamento di una somma, il protrarsi della sosta oltre il termine per il quale è effettuato il pagamento non si sostanzia in una violazione di obblighi previsti dal Codice, ma si configura come un’inadempienza contrattuale che comporta per l’Amministrazione creditrice un recupero delle tariffe non riscosse previa le procedure coattive previste ex lege e l’eventuale applicazione di una penale secondo quanto previsto nella regolamentazione ex art. 7, comma 1, lett. f).

Il giudice ha accolto il ricorso dell’azienda, annullato il verbale e condannato il comune anche a pagare 462 euro come rimborso delle spese.

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