Di recente, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato che investirà 19,4 milioni di dollari per dare vita a una catena di approvvigionamento nazionale di litio per realizzare le batterie di smartphone, tablet e auto elettriche.
L’obiettivo è quello di aumentare l’accesso dei produttori americani a una fonte redditizia di litio, sempre nell’ottica di valorizzare l’industria nazionale come già avvenuto quando si è deciso di incentivare le EV, ma solo quelle costruite su territorio americano. Inoltre, aumentare la capacità degli USA di produrre e raffinare litio serve a raggiungere gli obiettivi di Biden, che punta a raggiungere nel 2030 il 50% di veicoli elettrici circolanti, e di azzerare le emissioni nette entro il 2050.
Il litio dalle salamoie geotermiche
L’enorme investimento statunitense sosterrà la ricerca del litio dalle salamoie geotermiche, che permettono di produrre l’idrossido di litio usato per le batterie avanzate, e di farlo in modo efficiente ed ecologico.
Alejandro Moreno, vice segretario dell’Ufficio per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili del Dipartimento dell’energia, ha infatti sottolineato l’importanza di una forte catena di approvvigionamento nazionale di litio per raggiungere gli obiettivi di energia pulita. Ecco perché l’investimento sosterrà le innovazioni per una produzione sicura e sostenibile del litio.
Sono stati selezionati 10 progetti che beneficeranno dei finanziamenti, divisi in due aree tematiche:
- Validazione sul campo della produzione di idrossido di litio da salamoie geotermiche, ovvero mix di sostanze disciolti nei vapori gotermali;
- Ricerca applicata e sviluppo per l’estrazione diretta del litio dalle salamoie.
Nel primo caso, si tratta di progetti pilota per convalidare tecnologie di estrazione e conversione del litio che siano più vantaggiose. Nel secondo, si parla di progetti per progredire le tecnologie emergenti nel processo di estrazione diretta del litio per aumentarne l’efficienza.
L’UE come gli USA, e l’obiettivo è sempre la Cina
Seppur senza ancora grossi investimenti diretti, anche a Bruxelles si guarda alle salamoie geotermiche, di cui il territorio del Vecchio Continente sarebbe molto ricco.
Secondo il European Geothermal Energy Council (EGEC), disciolto nei sali delle salamoie geotermiche europee si trova il 25% del fabbisogno europeo di litio che l’Europa avrà nel 2030, e per questo spinge le ricerche in tal senso.
L’area geotermale più grande in Europa si trova sul Reno, a cavallo tra Francia e Germania, che è anche l’area più grande dell’intero automotive nostrano e che ospita e ospiterà alcune delle più grandi gigafactory che, insieme a quelle italiane e svedesi, realizzeranno l’obiettivo dell’UE di produrre batterie per 500 GWh entro il 2030, 30 volte ciò che viene prodotto ora.
Così, anche l’Europa avrebbe litio (quasi) a km 0, soluzione che permetterà anche di ridurre i prezzi delle BEV europee. E di ridurre, soprattutto, la dipendenza dalla Cina.
Anche in Europa, quindi, la VER (Vulcan Energy Resources), ha presentato un progetto di estrazione dal nome Zero Carbon Lithium e punta più in alto degli americani, visto che ha chiesto un finanziamento di 2,25 miliardi di euro all aBanca Europea di Investimenti in un progetto utile a sviluppare già di un milione di batterie sfruttando l’energia geotermica per ricavare da elettrolisi tutto l’idrossido di litio necessario alle celle, abbattendo le emissioni di CO2 per la produzione di accumulatori da 50 kWh da 675 kg a -238 kg.
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