Cosa accadrà quando in Norvegia finirà la luna di miele con l’auto elettrica? Si, perchè il Paese da sempre visto come il faro che illumina il mondo dell’elettrico e che riesce a concedere sovvenzioni grazie alla vendita del petrolio, potrebbe cambiare idea. E se l’innamoramento fosse solo una questione economica?
E’ accaduto recentemente, quando Ionity ha “rimodulato” l’offerta delle tariffe di ricarica rapida per le auto elettriche. Ebbene, secondo Norsk Elbilforenig, associazione norvegese delle auto elettriche, le nuove tariffe renderebbero l’alimentazione di un veicolo elettrico più costosa rispetto al rifornimento di un’auto a benzina o diesel.
Cosa è successo? Ionity ha annunciato una nuova struttura di prezzi che vede cancellare la tariffa fissa di 8 euro a ricarica con la nuova tariffa misurata a kWh. In pratica, precedentemente era più conveniente utilizzare una vettura con batterie di grandi capacità rispetto ad una piccola automobile elettrica cittadina. Non allora è un caso che in Norvegia abbia spopolato proprio Tesla che è in testa alle vendite.
Andando a spulciare i prezzi, come riporta TheDriven, la tariffa Ionity ora si attesta su 0,79 €/kWh ovvero 7,80 Corone Norvegesi NOK/kWh, che diventano 8,40 NOK/kWh con la commissione aggiuntiva. In pratica, saremmo sui 0,20 € al kilometro, secondo quanto afferma Norsk Elbilforening.
A questo punto sono entrate in ballo questioni nazionali, con Christina Bu, segretaria generale di Norsk Elbilforening che non le ha mandate a dire: “Un prezzo del genere non ha precedenti e, in pratica, significa che Ionity propone un prezzo superiore rispetto ai combustibili fossili. Inoltre, Ionity chiede una tariffa più elevata in Norvegia rispetto al resto d’Europa. Ciò significa che nel mercato più sviluppato, gli automobilisti saranno esposti alla rapina su strada per finanziare la ricerca altrove”.
Poteva finire così? Sarà un caso ma nei giorni successivi la direzione norvegese delle risorse idriche e dell’energia (NVE) ha presentato la propria proposta di nuove regole per la determinazione del prezzo della rete elettrica in Norvegia. Tariffe gradite da Norsk Elbilforenig che non a caso parla di “grande vittoria per l’associazione”.
In ogni caso, tutto ruota attorno al “vil denaro“, e poco attorno all’ecologia. Perchè anche quelli del Red Party, ovvero gli ex comunisti norvegesi, hanno avuto da ridire sulla questione delle auto elettriche. Il loro leader Bjørnar Moxnes ha infatti presentato una proposta affinché le auto elettriche più costose perdano l’esenzione fiscale. Si stanno spendendo troppi soldi per le auto dei ricchi, e ci si dimentica dei problemi di chi ha meno.
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Di quanto stiamo parlando? Per dare l’idea, ogni anno lo stato norvegese, che conta circa 5,5 milioni di abitanti, finanzia le auto elettriche con circa 100 milioni di €, a fronte di un mercato che lo scorso anno ha immatricolato meno di 145.000 unità, contro i 3,7 milioni della Germania e i quasi 2 milioni dell’Italia. In proporzione, è come se il nostro Paese stanziasse più di un miliardo di euro ogni anno per le auto elettriche, ma senza avere gli introiti derivanti dall’estrazione del petrolio, togliendoli da altri capitoli di spesa. Una operazione che non sarebbe sostenibile neanche per gli altri Paesi UE.
A parte le questioni locali, è evidente come il mercato norvegese sia “drogato” da incentivi statali che di fatto snaturano la propensione all’acquisto, proponendo le auto elettriche con prezzi che non sono propri del mercato. Come dicevamo inizialmente, l’amore per l’auto elettrica senza alcun incentivo, è invece tutta da dimostrare.
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