Northvolt

Northvolt va in bancarotta e Volkswagen corre ai ripari

La crisi di Northvolt colpisce anche Volkswagen, uno dei suoi principali azionisti, che corre ai ripari riducendo la sua partecipazione

Già profondamente in crisi, l’azienda svedese Northvolt, unico vero produttore europeo di batterie, negli scorsi giorni ha fatto ricorso al Chapter 11 negli USA, un meccanismo che permette alle aziende di andare in bancarotta senza fallire definitivamente, ma di riorganizzarsi nell’assetto e nei debiti. Lo stesso meccanismo, per esempio, lo aveva usato Scandinavian Airlines, che ha così potuto continuare a offrire i suoi servizi mentre riorganizzava la sua struttura azionaria passando anche da Star Alliance a SkyTeam.

Questo ovviamente ha avuto effetti negativi su tutti i suoi azionisti, e in particolare ha spaventato Volkswagen. Il colosso tedesco, già a sua volta in crisi a causa della sua strategia sbagliata sulle auto elettriche, è stato finora uno dei principali azionisti di Northvolt, con una partecipazione del 21% che ha però deciso di ridurre drasticamente, come riporta Reuters.

La crisi di Northvolt

Northvolt, un tempo considerata una delle promesse più brillanti nel panorama delle batterie per veicoli elettrici, ha incontrato difficoltà nel rispettare gli obiettivi di produzione. L’azienda ha sofferto il rallentamento della domanda di veicoli elettrici in Europa, un mercato che non ha raggiunto le aspettative di crescita.

Secondo fonti confidenziali, Volkswagen aveva valutato la sua partecipazione in Northvolt a 693 milioni di euro alla fine del 2023, già in calo del 25% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il valore è ulteriormente precipitato nel corso del 2024.

Volkswagen ID.7 GTX
Image: Volkswagen

Un portavoce di Volkswagen ha dichiarato che le svalutazioni effettuate nel corso dell’anno non influiranno sui risultati annuali della casa automobilistica, poiché erano già state registrate prima del deposito di Northvolt per il Chapter 11.

Comunque non è l’unico investitore a tirarsi indietro Anche Goldman Sachs, che attualmente detiene il 19,2% dell’azienda svedese, ha annunciato agli investitori di azzerare il valore del suo investimento entro fine 2024. AMF, il fondo pensionistico svedese, ha colto la palla al balzo per rivalutare i suoi investimenti in aziende non quotate, mentre Baillie Gifford, gestore di fondi scozzese, ha ridotto la sua partecipazione da 375 milioni a 20 milioni di sterline.

Volkswagen e le batterie

Nonostante la crisi di Northvolt, Volkswagen ha confermato le sue previsioni di margine operativo per il 2024 al 5,6% e un flusso di cassa netto di 2 miliardi di euro nella divisione automobilistica. Tuttavia, la situazione mette in luce le difficoltà del settore delle batterie in Europa, dove la domanda di veicoli elettrici è ancora lontana dal boom sperato.

Il caso Northvolt solleva interrogativi sul futuro della produzione di batterie nel continente e sulla capacità delle aziende europee di competere in un mercato dominato da produttori asiatici. Volkswagen, pur evitando commenti sul futuro dell’investimento, dovrà ora rivalutare le proprie strategie per affrontare un panorama industriale sempre più complesso.

Fonte: Reuters

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