Tesla ha avviato il proprio progetto “Non-Tesla Supercharger“, ovvero l’apertura delle proprie stazioni di ricarica a tutti gli utilizzatori di auto elettriche. Così quella che viene tuttora considerata la “Apple dell’automotive” si apre al mercato, a suo dire per incentivare più persone a passare all’elettrico.
Attualmente, il progetto è attivo solo in 10 Supercharger nei Paesi Bassi, la nazione europea col più alto numero di auto elettriche, e presumibilmente seguiranno Francia, Germania e Italia, che seguono il piccolo regno olandese nella classifica. Per usufruire del servizio, i proprietari di auto elettriche dovranno scaricare l’applicazione Tesla, e registrarsi. Ci sono, tuttavia, delle condizioni, e delle soluzioni trovate dall’azienda per continuare a garantire la “tipica esperienza Tesla” ai suoi clienti.
Non-Tesla Supercharger per aumentare le infrastrutture
Quella di Tesla è ovviamente una scelta strategica, e probabilmente quasi “obbligata” in un Continente che ha ormai accelerato verso la diffusione di questi veicoli, e in un mercato dove gli altri costruttori si sono organizzati per diffondere colonnine di pari potenza, come Volvo con l’italianissimo progetto “Recharge Highways”, o Ionity, che nasce come joint venture tra i gruppi BMW, Ford, Daimler, Hyundai e Volkswagen.
Oggi Tesla ha una rete di ricarica di oltre 25.000 Supercharger in tutto il mondo, che potranno quindi essere definitivamente inclusi nella lista di stazioni disponibili. Attualmente, però, ci sono delle limitazioni. Per esempio un italiano che dovesse arrivare nei Paesi Bassi con un’elettrica non Tesla non avrebbe accesso al servizio, in quanto al momento il Non-Tesla Supercharger è riservato ai veicoli elettrici registrati nei Paesi Bassi. Al contrario, qualunque italiano che dovesse viaggiare nella piccola monarchia con una Tesla avrebbe come sempre accesso al servizio.
Valutazioni e agevolazioni
Tesla ha scelto di iniziare con un numero selezionato di siti anche perché si tratta di un cambiamento importante, che va a “minare” una delle peculiarità di automobili i cui proprietari potevano contare su stazioni riservate. Tesla quindi preferisce monitorare la congestione e valutare la reazione delle persone, soprattutto i “Tesla owner”, prima di espandersi. Per questo, ha dichiarato che aprirà altri punti di ricarica solo “se ce n’è la possibilità”.
Naturalmente, per mantenere comunque un minimo l’esclusività che tanto l’ha resa famosa, l’azienda di Elon Musk garantisce che a un Tesla Supercharger un suo veicolo ha comunque il beneficio di una maggiore integrazione con la colonnina, e della pianificazione ottimizzata con precondizionamento della batteria. Inoltre, e questo non è da sottovalutare, i proprietari di una Tesla pagano un prezzo al kW più basso rispetto ai Non-Tesla Supercharger.
Ricordiamo che i Tesla Supercharger sono colonnine esclusivamente a ricarica rapida, con cavo integrato di tipo CCS Combo. Non possono quindi usufruire del servizio le vetture ibride plug-in, e tutte le elettriche, per lo più di vecchia generazione, che dispongono solo di presa industriale Type2.
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