Le trattative per una possibile fusione tra Nissan e Honda, avviate con un memorandum d’intesa a dicembre, si sono ufficialmente interrotte. Nissan ha rifiutato la proposta di Honda di diventare una sussidiaria, una condizione ritenuta inaccettabile dal consiglio di amministrazione della casa automobilistica di Yokohama.
Secondo fonti interne, la decisione verrà formalizzata nel prossimo consiglio di amministrazione, previsto prima della pubblicazione dei risultati finanziari del terzo trimestre. Honda, dal canto suo, ha ribadito che un’eventuale fusione sarebbe stata possibile solo se Nissan avesse accettato di essere assorbita. Esattamente come aveva predetto un anno fa l’ex CEO Carlos Ghosn.
Nissan e Honda tra ristrutturazioni e dazi americani
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L’abbandono della fusione apre scenari foschi sul futuro di Nissan, già impegnata in un importante piano di rilancio che prevede il taglio di 9.000 posti di lavoro e una riduzione del 20% della capacità produttiva globale. Il fallimento delle trattative complica ulteriormente la sua posizione, in un contesto in cui il settore automobilistico è sotto pressione a causa della transizione elettrica e della crescente concorrenza cinese.
Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti aggiungono ulteriori difficoltà. Il presidente Donald Trump ha annunciato dazi del 25% sulle importazioni di auto da Messico e Canada, salvo concedere una proroga di 30 giorni per negoziare nuove condizioni. Questa misura colpisce particolarmente Nissan e Honda, che dipendono fortemente dal mercato statunitense.
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Nel 2024, Honda ha venduto 1,4 milioni di auto negli USA, con una produzione locale di un milione di unità. Nissan, invece, ha immatricolato circa un milione di veicoli, ma con una produzione interna limitata a 500.000 unità. Se i dazi entrassero in vigore, le aziende dovrebbero scegliere tra riconvertire le linee produttive esistenti, operazione che richiederebbe almeno 18 mesi, o costruire nuovi impianti, con tempistiche di tre anni. L’effetto immediato sarebbe un aumento medio dei prezzi del 6% per Honda e del 3% per Nissan, secondo le stime di CLSA.
Un mancato accordo che pesa su entrambi i marchi
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La fusione tra Nissan e Honda avrebbe creato il terzo costruttore mondiale per volumi di produzione, ma le differenze strategiche hanno fatto naufragare il progetto. Il ruolo di Renault, azionista di riferimento di Nissan, ha ulteriormente complicato le trattative: secondo il Financial Times, il gruppo francese avrebbe chiesto un premio di controllo per approvare l’accordo con Honda.
Sui mercati, la fine delle trattative ha avuto effetti immediati: le azioni Nissan sono salite del 7,6%, mentre quelle di Honda hanno registrato un calo del 3,5%. Ora, le due case giapponesi dovranno affrontare da soli i problemi contingenti del settore auto, tra auto elettriche, concorrenza asiatica e nuove barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti.
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