Monopattini elettrici a Torino: nei giorni scorsi hanno fatto discutere le multe cominate dalla Polizia Locale. I nostri lettori ricorderanno sicuramente che negli scorsi mesi abbiamo parlato ampiamente delle norme sulla micro-mobilità elettrica.
Queste norme sono state previste dalla Legge di Bilancio 2019, dopodiché il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha redatto il decreto attuativo che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 27 luglio 2019. Il suddetto decreto, ha previsto la possibilità per i Comuni di effettuare delle sperimentazioni.
Questo significa che l’uso del mezzo può essere impiegato solo in particolari aree della città, definite da cartelli e da regole specifiche, in modo che i tecnici del Comune possano valutare i risultati della novità introdotta e comunicarli al Ministero.
Monopattini elettrici a Torino: le multe
A Torino la sperimentazione non è mai partita e la Polizia Locale con la circolare n. 92/2019 ha stabilito di equiparare i monopattini elettrici ai ciclomotori: “Se i monopattini elettrici, per ragioni costruttive, sono idonei a superare la velocità di 6 km/h … sono da considerarsi ciclomotori”. Pertanto, prosegue la circolare, la loro “circolazione è subordinata all’osservanza delle conseguenti norme applicabili del Codice stradale, in particolare delle disposizioni di cui agli articoli 97 (per il rilascio del certificato di circolazione e della relativa targa) e 193 (per la prescritta copertura assicurativa R.C.), nonché delle altre disposizioni relative ai requisiti di guida e di comportamento”. Violazioni che prevedono, rispettivamente, sanzioni per 158, 79 e 868 euro.
La polizia municipale quindi ha deciso di equiparare il monopattino elettrico al ciclomotore, avendo questo mezzo la “possibilità” di superare i 6km/h, ed elevando così maxi multe per mancanza di polizza, casco, targa e patente.
Tutto ciò sembra frutto di una interpretazione discutibile del Codice della Strada, in quanto lo stesso il Dm 229/2019 considera i monopattini elettrici come “dispositivi” e non come “veicoli“. Quindi bisognerebbe condurre una perizia tecnica che accerti il superamento dei limiti.
Dott.ssa Giovanna Galione