Altra tegola per il Comune di Milano che dopo le polemiche sull’Area B si vede ora bocciato dalla Cassazione in merito ad una serie di multe comminate alle auto di alcuni disabili.
Ma ecco cosa è accaduto. Un uomo con regolare pass disabili ha ricevuto ben 14 multe per essere passato sulle corsie preferenziali con l’auto della moglie. Il problema è nato sul collegamento tra permesso e targa, avendo appunto usato l’auto della moglie che non era registrata, al posto della sua che usava abitualmente. Situazione analoga per un altro automobilista che ha ricevuto una multa sempre per aver circolato sulle preferenziali, con un permesso rilasciato a Rho ma non comunicato a Milano.
Ebbene, i verbali contestati in un primo tempo al giudice di pace davano ragione al Comune. Ma ecco che come riporta Corriere Milano, arriva il parere contrario della Cassazione che boccia la tesi di Palazzo Marino. Secondo la Cassazione “La piena effettività del diritto alla circolazione delle persone affette da disabilità motorie non tollera limiti o obblighi non previsti dalla legge, ma imposti con ordinanze degli enti locali che finiscono per introdurre illegittimi condizionamenti a quel diritto“.
Da un lato c’è una difficoltà organizzativa evidente da parte dei comuni, perchè le telecamere funzionano verificando il numero di targa e non il permesso disabili sul parabrezza. Dall’altro, è altrettanto evidente che tutta la questione poteva essere risolta in maniera rapida e semplice nel momento in cui era stato presentato il regolare permesso. Ricordiamo allora che il permesso vale anche al di fuori del Comune che lo ha emesso, e che anche per evitare abusi, la legge stabilisce le modalità di rilascio dei pass invalidi.
Secondo i giudici togati, in ogni caso non possono essere imposti ulteriori obblighi tramite ordinanze, come quello di comunicare il numero di targa dell’auto sul quale viene usato il pass. E comunque una tale omissione non può essere la causa di una multa. Il comune deve predisporre apposite modalità di accertamento, nella logica di leale collaborazione con l’utente stradale affetto da disabilità legalmente riconosciuta, senza, però, imporre a quest’ultimo oneri o obblighi ulteriori.
Caso chiuso? No, perchè la decisione finale su queste multe torna al Tribunale di Milano, che dovrà però adeguarsi alla linea dettata dalla Cassazione.
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