Melfi: 25 anni di stabilimento e l’inizio dei primi test sulla nuova linea per la Jeep Compass destinata ai mercati europei. Il grande successo del modello, prodotto inizialmente in Messico, per l’Europa, ha permesso di portare la produzione direttamente in Italia anche con la motorizzazione ibrida plug-in, in linea quindi con il programma di investimenti da 5 miliardi di euro che FCA ha annunciato per l’Italia.
Esteso su una superficie di circa 1,9 milioni di metri quadrati, lo stabilimento fu costruito fra il 1991 e il 1993 nei pressi di San Nicola, a 18 chilometri da Melfi, su una direttrice che collega la Basilicata con la Campania e la Puglia, regioni da cui provengono anche molti lavoratori dell’impianto. Attualmente si producono i modelli Jeep Renegade e Fiat 500X e da inizio 2020 anche la Jeep Compass ed i modelli ibridi plug-in, svolgendo un ruolo primario nell’elettrificazione di FCA.
Il complesso è costituito da reparti di stampaggio, lastratura, verniciatura e montaggio e impiega 7.300 dipendenti; 5 presse e 2 trance per la fase di stampaggio; 860 robot per la fase di lastratura; 54 robot per le operazioni di verniciatura; 278 stazioni automatiche di avvitatura; e circa 4.000 persone esclusivamente dedicate al montaggio delle auto. FCA Melfi Plant rappresenta uno degli esempi più emblematici dell’evoluzione tecnologica/organizzativa, ed è stato sempre modello di innovazione. È stato il primo ad applicare il modello di “fabbrica integrata”, con decentramento delle responsabilità ed integrazione delle funzioni, rispetto alle rigidità precedenti, ed è poi evoluto con il modello di “fabbrica modulare” e poi “a rete”. Il tutto seguendo i principi della “lean production” con adozione di meccanismi di funzionamento che migliorassero la competitività. Oggi è una fabbrica digitale che utilizza le tecnologie abilitanti ed i sistemi dell’Industria 4.0, con una piattaforma che interconnette ed integra i processi aziendali, e dove si realizza la migliore sintesi tra organizzazione, tecnologie, persone.
La produzione della Jeep Compass a Melfi, che inizierà entro il primo trimestre del prossimo anno per essere venduta in Europa e che poi proseguirà con la produzione delle ibride plug-in sia per Compass sia per Renegade, consentirà di rispondere più rapidamente alle esigenze dei clienti e alla dinamicità del mercato.
Va ricordato che la produzione della Jeep Compass è parte di un piano di investimenti molto più ampio, con l’introduzione di 13 modelli totalmente nuovi o profondamente rinnovati e l’avvio di un piano di elettrificazione dell’offerta, con l’inserimento in gamma di 12 versioni elettriche di modelli nuovi o già esistenti. In particolare, le versioni ibride plug-in di Compass e Renegade saranno prodotte nello stabilimento lucano mentre il polo Mirafiori di Torino ospiterà le produzioni della nuova Fiat 500 con alimentazione elettrica e le vetture Maserati con sistemi a propulsione elettrica ibridi e a batteria (quest’ultime realizzate anche a Modena). Annunciate anche le produzioni di Ducato Electric e della nuova Alfa Romeo Tonale, entrambi negli impianti italiani.
Al di là delle ragioni logistiche, la scelta dello stabilimento italiano poggia su valori condivisi, come la continua ricerca dell’eccellenza formativa, costruttiva e dell’innovazione tecnologica più sofisticata. Sono le stesse caratteristiche che ritroviamo sia in Melfi Plant – sia in Compass che, grazie anche all’innovativa ibrida plug-in, gioca la sua partita nel segmento più grande e in più rapida crescita, quello dei SUV compatti: oggi in Europa rappresenta il 45% del mercato complessivo dei SUV, e si prevede supererà gli attuali 2.5 milioni di unità vendute.
L’arrivo della Compass a Melfi segna un passo avanti in questa direzione, puntando anche sull’eccellenza dello stabilimento italiano. Ed è proprio qui che è nata Jeep Renegade, il primo B-SUV Jeep che ha contributo in modo determinante alla straordinaria crescita del brand in EMEA degli cinque ultimi anni, pari al 330%.
Melfi Plant Academy: cos’è la fabbrica dei talenti
Venticinque anni vissuti intensamente, alla continua ricerca del miglioramento. Melfi non si ferma mai e guarda ogni giorno al futuro, che significa nuovi modelli, innovazione, sviluppo ed elettrificazione. Un futuro che passa anche dalla Plant Academy, creata nel 2015 all’interno dello stabilimento e importante tappa verso il traguardo di “Industry 4.0”. Si tratta di una fucina di idee e di sperimentazioni, oltre che una “fabbrica di talenti” vista l’attenzione dedicata allo sviluppo delle potenzialità delle persone, che nasce per migliorare la competitività complessiva della fabbrica: sostenibilità economica, qualità del prodotto e capacità di creare innovazione.
Punto di partenza dell’Academy è stata l’analisi dell’organizzazione e dei ruoli delle persone e la definizione delle competenze necessarie per svolgere al meglio ogni singola attività. Il secondo passaggio è stato la creazione di conoscenza (Knowledge Creation) in quello specifico ambito: a ogni competenza è stato associato un pacchetto formativo realizzato a partire dall’esperienza e dalle conoscenze dei migliori professionisti dello stabilimento in quel settore. Infine, sono state definite le modalità per lo sviluppo delle persone (Leadership Development) e messi a punto strumenti di valutazione e percorsi di sviluppo per far crescere quanti in futuro ricopriranno ruoli di maggiore responsabilità. È stato così possibile individuare talenti nascosti e predisporre per loro percorsi di crescita: fino a oggi sono stati messi a punto 119 percorsi di crescita concretizzati in oltre 300 moduli formativi.
In dettaglio, l’impostazione dei moduli di formazione dell’Academy prevede l’alternanza di aula, simulazione, verifica e applicazione pratica. Ogni anno la direzione dello stabilimento, sulla base dei piani produttivi ed economici, stabilisce gli obiettivi di business e su questi lo staff della Plant Academy definisce percorsi formativi a supporto. Così, grazie all’Academy, nuove tecnologie e nuove competenze a Melfi arrivano insieme, perché c’è la possibilità di provarle e migliorarle nei laboratori di simulazione. In dettaglio, sono quattro i laboratori principali – simulazione virtuale dei processi, riproduzione dei processi logistici, area digitale e area tecnica – che compongono la Plant Academy, tutti dedicati alla fase di simulazione dei concetti teorici per aumentare l’efficacia dell’apprendimento e alla ricerca e testing di soluzioni innovative.
Indipendentemente dalla gerarchia e dai ruoli, chi ha idee da proporre e capacità da mettere in campo è libero di esprimersi: solo nel 2018 sono state presentate e discusse 5 mila idee. Anche l’estetica è insolita per una fabbrica, tanto che gli ambienti dell’Academy non hanno nulla da invidiare a quelli delle più innovative imprese della Silicon Valley in California: arredi dai colori vivaci, strumenti di studio a metà fra il gioco e l’hi-tech, schermi e ampi spazi di relax. Tutto realizzato internamente con materiali riciclati grazie al lavoro e alla passione delle persone dello stabilimento. Completano la struttura alcune aule adiacenti ai laboratori, nelle quali si acquisiscono i concetti teorici messi immediatamente in pratica nelle aree di simulazione. Tutto quello che viene insegnato è condiviso con le altre Plant Academy di FCA attraverso un grande archivio digitale. La Plant Academy di Melfi ha fatto scuola e il suo esempio è stato seguito da molti stabilimenti che hanno creato le loro Academy proprio sul suo modello.