Matra Bagheera

Che fine ha fatto Matra?

La storia, i modelli il mito e la fine di Matra, la Casa diventata un vero e proprio simbolo nel mondo delle corse e delle auto sportive.

Dal mondo del volo, a quello militare, al mondo auto. Il legame, spesso, non è poi così improbabile. Un esempio concreto arriva dalla storia di Matra. Nata come azienda specializzata nell’aeronautica e poi operativa in svariati altri settori, Matra è entrata nel mito grazie ai suoi trascorsi nell’universo delle quattro ruote e, in particolare, in quello delle corse.

Che fine ha fatto Matra? Lo approfondiamo qui, ricordando le tappe della crescita e il modo in cui Matra, alla fine del secolo scorso, ha fatto perdere le proprie tracce. La sua storia, per certi versi, è simile a quella di altri colossi come US Airways: dall’ascesa al declino, senza però mai uscire dagli annali.

La nascita di Matra

Il nome Matra, in realtà, è un acronimo: precisamente di Mecanique Aviation Traction: stiamo parlando di un gruppo industriale nato nel 1941 come erede della Capra, specializzata in aeronautica militare. Originariamente operante nel settore aeronautico, Matra si espanse rapidamente in altri campi: armamenti, telecomunicazioni, trasporti, industria automobilistica e aerospaziale. Proprio l’esperienza nel mondo automotive è quella che ha lasciato maggiormente il segno nella storia.

Matra Djet interni
Image: Wheelsage.org

L’ingresso nel mondo auto

L’ingresso di Matra nel mondo automotive è avvenuto nel 1961, in maniera indiretta, come finanziatore dell’imprenditore René Bonnet per la costruzione di auto sportive, tra cui la Djet famosa per la meccanica Renault.

L’addio di Bonnet e la fine del sodalizio non impedirono poi all’azienda di proseguire il progetto e di produrre auto mitiche come la M530, con meccanica Ford, e, successivamente, la Bagheera e la Murena sotto il marchio Talbot-Matra, dopo l’acquisizione da parte di Simca.

Matra Simca Bagheera esterni
Image: Wheelsage.org

Il mondo delle corse

Negli anni Sessanta, Matra è diventata famosa come scuderia costruttrice di auto sportive e di Formula 1: le auto del brand hanno vinto 9 Gran Premi e il Campionato del Mondo Costruttori e Piloti nel 1969 con Jackie Stewart.

Matra ebbe il proprio team fino al 1972 e fornì motori a Shadow e Ligier. Il marchio vinse anche tre volte consecutive la 24 Ore di Le Mans, dal 1972 al 1974, e due volte il Campionato Mondiale Marche con le vetture della serie MS670.

La collaborazione con Renault e gli ultimi anni

Negli anni Ottanta, Matra riprese a collaborare con Renault, producendo la mitica Espace, arrivata fino ai giorni nostri. Quando la Losanga decise di produrre in proprio la monovolume, Matra si occupò del progetto della Renault Avantime, che però ebbe scarso successo commerciale.

Renault Espace Matra
Image: Wheelsage.org

Nel 2003, la divisione prototipi passò a Pininfarina e venne rinominata Matra Automobile Engineering, prima di essere venduta nel 2009 a Segula Technologies. Il reparto di produzione, negli ultimi anni, venne convertito all’ideazione di veicoli elettrici come Matra Manufacturing & Services. Ma ormai a questo punto i fasti di un tempo sono solo un ricordo.

Matra oggi

Dopo essere di fatto uscita dal mondo dell’auto, Matra di fatto ha fatto perdere le proprie tracce. Quella della parte non legata alle quattro ruote è una storia a sé: l’azienda prima è diventata parte del Gruppo Lagardère, con il nome di Matra Hachette, e nel 1999 si è fusa con Aérospatiale, formando Aérospatiale-Matra,poi Eads.

Oggi, la storia automobilistica di Matra, invece, continua sopravvivere in un museo a Romorantin, in Francia. Qui sono tuttora esposti 70 veicoli che raccontano le caratteristiche fondamentali del marchio: ovvero le gare sportive, la produzione e i concept. Oltre al suono del motore V12, un vero e proprio simbolo indissolubilmente legato a questa azienda.

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