Prendete la DeLorean di Marty McFly, dotatela di guida autonoma e guardate cosa succede. Abbiamo superato abbondantemente il 2015, anno al quale si riferisce l’ultimo capitolo della trilogia, quindi potremmo andare a scrivere Ritorno al Futuro IV.
Potrebbe essere una bella idea, ma non tanto quanto quella che hanno avuto gli ingegneri del Dynamic Design Lab di Stanford che hanno letteralmente insegnato a una DeLorean a guida autonoma come percorrere una complessa pista lunga un chilometro, sulla quale anche molti di noi avrebbero avrebbero qualche difficoltà.
L’automobile, amorevolmente soprannominata MARTY in onore di Marty McFly, ha completato il giro completo al suo primo tentativo, senza alcun problema, come si vede nel video qui sotto.
Come funziona MARTY?
Il sistema informatico di bordo apprende, grazie ai test su decine di corse, come la dinamica del veicolo risponde alle condizioni della strada ed alle curve. Una tecnologia che, più seriamente, potrà essere usata nello “stabilire” come un pedone possa essere colpito o meno un’auto senza conducente.
Il team sta cercando di sviluppare veicoli autonomi in grado di gestire manovre di emergenza su superfici scivolose come ghiaccio o neve. In particolare, si cerca di sfruttare tutto l’attrito tra pneumatico e strada in modo che l’auto sia in grado di scongiurare qualsiasi incidente evitabile secondo le leggi della fisica. Un obiettivo decisamente importante e proprio il drifting viene considerato come esercizio fondamentale per insegnare a un’auto cosa fare per evitare un oggetto o una persona.
C’è da dire che dell’originale DeLorean bel poco è arrivato fino alla macchina da drifting. Due motori elettrici su ciascuna ruota posteriore forniscono la spinta necessaria, mentre la tenuta di strada è garantita anche da un sistema di sospensioni ad alte prestazioni. Lo sterzo, la frenata e l’accelerazione sono completamente gestite da sistemi elettronici. Tra l’altro, MARTY è in grado cambiare direzione più velocemente di quanto qualsiasi umano possa fare usando i comandi meccanici dello sterzo. In questo modo, è possibile almeno a livello teorico, sfruttare completamente tutto il potenziale della vettura.
Attraverso il drifting, è possibile arrivare all’estremo della fisica che è alla base della guida, con una guida che è altrettanto estrema. Riuscendo a capire come controllare in sicurezza l’auto negli scenari stabili ma soprattutto in quelli instabili, l’auto a guida autonoma potrà dirsi davvero pronta ad affrontare le strade di tutti i giorni.
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