Le Volkswagen del passato, come il celebre furgoncino Typ2, sono divenute note come veicoli d’espressione di intere categorie e movimenti culturali e artistici. Lo stesso Typ2, infatti, oggi viene chiamato più semplicemente come “furgoncino hippie”, in virtù del fatto che negli anni Sessanta e Settanta fu usato da questo movimento pacifista e oppiomane per girovagare in tutti gli Stati Uniti e, di conseguenza, in tutta Europa, in tante e coloratissime versioni. Ma mai colorate come il Maggiolino Vochol, un Maggiolino del 1990 interamente ricoperto da più di due milioni di perle accuratamente posizionate.
Maggiolino Vochol: l’auto delle tradizioni indigene
Il nome “Vochol” aggiunto al classico Maggiolino è una combinazione del termine Vocho – come in Messico chiamano il Maggiolijno – e Huichol, nome alternativo della popolazione indigena Wixárika, che vive negli stati del Messico occidentale, in particolare nel Nayarit e in Jalisco. Questi stati hanno permesso a questa popolazione di vivere nei secoli, nonostante la feroce conquista spagnola, perché sono separati dal resto del Messico dalla catena montuosa della Sierra Madre, che ha consentito loro di conservare molti dei loro usi e costumi precolombiani fino ai giorni nostri, comprese le loro perline decorative.
La tradizione di usare perle coloratissime è molto antica: in origine, gli Huichol usavano delle perline fatte di semi, conchiglie e altri materiali naturali come ornamento dei gioielli, nonché dei teschi degli animali, le ciotole e delle maschere. Una tradizione che tra l’altro è stata assorbita anche dalla cristianità locale, e che ha dato vita al famoso celebre e coloratissimo teschio messicano, onorato nello splendido film d’animazione del 2017, Coco, la cui grafica, ricca di contrasti, richiama proprio le tradizioni del Paese latinoamericano.
Oggi, invece, le perline sono per lo più di vetro o in plastica, mentre le decorazioni ricreano motivi geometrici e colture. In questo contesto, nel 2010 un’insieme di enti pubblici e privati ha commissionato la creazione del Maggiolino Vochol, che ha quindi consistito nel ricoprire interamente un Volkswagen Maggiolino con le perline tipiche degli Huichol. La richiesta nasceva nell’ottica più grande di creare opere d’arte combinando tecniche popolari su tele moderne (oggi si usa qualsiasi cosa per fare dell’arte), nonché per onorare la millenaria tradizione delle comunità indigene messicane, molto spesso oscurate dalle stesse istituzioni.
Otto artisti per il Maggiolino Vochol
Il lavoro è stato portato avanti da un team composto da 8 artisti, tutti provenienti da due famiglie Huichol che per 8 mesi hanno lavorato per decorare sia il telaio sia gli interni del Maggiolino, arrivando a coprire interamente tutte le sezioni della vettura con della resina e applicando a mano le perline decorate. Il risultato è, appunto, il Maggiolino Vochol, un prodotto dal design davvero esclusivo che sì decora l’auto, ma soprattutto esprime in pieno la cultura e le credenze spirituali della popolazione.
Sul cofano ci sono due serpenti tra le nuvole, che rappresentano la pioggia. Ai lati sono invece presenti scorpioni, cerci, uccelli e fiori di peyote, che sono simboli fondamentali nella spiritualità Huichol. Sul tettuccio del Maggiolino Vochol è stato disegnaot un grande sole, simbolo dell’unione tra umanità e divinità, mentre quattro aquile a due teste danno protezione agli occupanti del veicolo. Il retro della vettura, invece, è decorato con uno sciamano che guida una canoa.
Sono presenti anche delle frasi: “200 anni di indipendenza” e “100 anni dalla rivoluzione messicana”, scritte in lingua Wixárika, e che celebrano i 200 anni di indipendenza del Messico dalla Spagna (1810) e il centenario della rivoluzione messicana, avvenuta nel 1910.
Per realizzare tutto questo, gli artisti hanno usato 2.277.000 perle nel prodotto finito, e hanno lavorato più di 9000 ore, creando probabilmente quell0 che è il più grande pezzo singolo di perline Huichol mai realizzato. il Maggiolino Vochol è stato poi esposto nel museo di Guadalajara, in Messico, e in una mostra nella capitale Città del Messico. È stato poi esposto anche negli Stati Uniti, in Sud America, in Europa e negli altri continenti, mentre quando non gira per il mondo (come Herbie!), rimane al Museo de Arte Popular di Città del Messico.
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