Si chiama Lybra il rallentatore che recupera energia al passaggio delle vetture, senza per altro presentare i fastidiosissimi dossi. Un sistema in grado di recuperare e assorbire energia dalle macchine, utilizzando quella che l’auto dissiperebbe comunque in frenata.
Lybra, prodotto da 20Energy, è alto 10 centimetri e largo 3 metri, grazie alla sua modularità può essere installato in successione fino a formare piattaforme energetiche di diversa lunghezza.
Viene posato sul piano stradale ed è capace di assorbire l’energia cinetica rilasciata dai veicoli in fase di frenata convertendola poi in energia elettrica. All’esterno il rivestimento è realizzato in gomma vulcanizzata riciclata, ottenuta da pneumatici fuori uso; gli stessi moduli sono in grado di sostenere un carico di 60 tonnellate per asse.
Come funziona Lybra
Il peso del veicolo comprime la superficie aumentando l’attrito del rotolamento della ruota, con l’effetto di rallentarlo. Durante il passaggio, la compressione attiva un generatore all’interno posto all’interno modulo: l’energia cinetica viene trasformata così in energia elettrica.
Quest’ultima viene poi stabilizzata da un sistema di gestione e controllo contenuto nel modulo e successivamente trasferita ad un inverter fotovoltaico in modo da consentirne l’uso per autoconsumo su posto.
Quanta energia può recuperare Lybra?
Lybra è in grado di produrre fino a 30.000 kWh all’anno, pari all’energia utilizzata da una palazzina di 4/5 piani, quando posizionato in un’area di decelerazione in condizioni medie di traffico, con una velocità di ingresso compresa tra 15 e 50 km/h.
Il test al Casello di Cordignano
Un esempio dell’applicazione di Lybra è l’ingresso e uscita dall’autostrada. Al casello di Cordignano, sulla A28 gestita da Autovie Venete, la prima installazione autostradale del dispositivo Lybra.
Ai caselli le automobili devono rallentare, grazie a Lybra i gas di scarico dispersi nell’aria ridotti, con una minore dispersione di anidride carbonica.
Si parla di 11.000 tonnellate in meno all’anno, per una pista sulla quale transitano tra 5000/6000 veicoli al giorno, che possono produrre 15.000 kWh. Per il casello, significa poter utilizzare l’energia prodotta dal traffico per alimentare gli impianti e puntare all’autosufficienza.