Intelligenza artificiale traffico

Ecco come l’intelligenza artificiale può ridurre il traffico

Come funziona la soluzione che utilizza l’intelligenza artificiale per ridurre il traffico delle città e migliorare la sicurezza stradale.

L’intelligenza artificiale sfruttata per ridurre i disagi del traffico: è la soluzione innovativa introdotta negli Stati Uniti dalla startup di Tel Aviv No Traffic, che sta prendendo piede nelle città oltreoceano.

Se oggi i semafori funzionano a tempo, domani potranno gestire il flusso delle auto e degli altri mezzi sulla base dei dati raccolti in tempo reale, con l’obiettivo di abbassare le emissioni e aumentare la sicurezza. Vediamo come.

Intelligenza artificiale per ridurre il traffico: come funziona

La soluzione di AI per ridurre il traffico prevede l’installazione di sensori intelligenti dotati di chip sui semafori, in corrispondenza degli incroci. I dati provenienti dai sensori si uniscono a quelli delle auto connesse per monitorare il flusso di auto, biciclette, autobus, pedoni e, in generale, tutti gli utenti sulla strada.

Tramite un modello di calcolo, la piattaforma è in grado di determinare diversi aspetti, come il percorso che ogni auto farà e l’impatto sull’incrocio successivo, per poi trasmettere i dati al cloud e, quindi, sincronizzare i semafori e le singole intersezioni stradali in tempo reale.

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Image: Hitesh Choudhary @ Unsplash

Sicurezza stradale

La tecnologia in questione è in grado anche di aiutare a prevenire gli incidenti stradali. I sensori che aiutano la gestione del traffico agli incroci possono anche rilevare il possibile passaggio di un’auto con il rosso o l’improvviso attraversamento di una bicicletta o di un pedone.

Sempre inviando i dati tramite il cloud, le auto connesse sono potenzialmente in grado di captare queste informazioni, elaborarle grazie alla centralina e rallentare o fermarsi per evitare la collisione.

Oggi No Traffic è operativa in 13 Stati degli Usa, tra cui California, Texas, Arizona e Pennsylvania e oltroceano ha già raccolto finanziamenti per oltre 50 milioni di dollari, fondi che verranno utilizzati per tentare l’espansione in alcuni Paesi europei, tra cui la Germania, il Regno Unito e l’Italia. Viene da chiedersi: le nostre infrastrutture saranno in grado di adeguarsi ad una soluzione tanto futuristica?

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