Ford ha annunciato un piano di riduzione della forza lavoro che coinvolgerà 4.000 dipendenti in Europa entro il 31 dicembre 2027, pari al 14% del totale europeo. La decisione è motivata dalla domanda in calo per le auto elettriche e dalla crescente pressione economica, regolatoria e competitiva.
I tagli, parte di una riorganizzazione per rendere l’azienda più competitiva, colpiranno principalmente Germania, Regno Unito e altre nazioni del continente. In Germania, dove Ford ha il suo cuore produttivo europeo con 2.900 dipendenti coinvolti, saranno consultati i rappresentanti sindacali per affrontare l’impatto sociale della decisione.
Una transizione complessa
La transizione verso l’elettrico si sta rivelando più difficile del previsto sia per Ford sia per le altre case automobilistiche europee anche se, ci spiace dirlo, lo avevamo anticipato in tempi non sospetti. Nel primo trimestre del 2025, la produzione dei SUV elettrici Explorer e Capri nello stabilimento di Colonia subirà una riduzione, con orari di lavoro ridotti.
I due modelli non hanno raggiunto le aspettative di vendita, complici la fine degli incentivi statali in mercati chiave come Germania e Italia, ed una rete infrastrutturale di ricarica ancora carente in molte aree. Oppure, molto più probabilmente, essendo nati su piattaforma Volkswagen, non sono riusciti a suscitare un particolare innamoramento nel pubblico.
Numeri preoccupanti e competizione cinese
I risultati economici di Ford sono particolarmente preoccupanti: nel terzo trimestre del 2024 l’utile netto è sceso del 26%, fermandosi a 892 milioni di dollari. Le vendite sono diminuite del 15,3% nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, e la quota di mercato in Europa è calata dal 3,5% al 3%. Questo trend si inserisce in un contesto di contrazione generale per le auto elettriche: nei 27 Paesi dell’UE, le vendite di auto elettriche sono diminuite del 5,8% nei primi nove mesi dell’anno.
Ford, però, non è sola. Altri colossi come Volkswagen e Mercedes-Benz stanno rivedendo le proprie strategie dopo risultati deludenti nel settore elettrico, mentre l’aggressiva concorrenza delle case cinesi – BYD e Geely su tutte – mette ulteriormente in difficoltà i produttori storici europei.
Le aziende cinesi offrono auto elettriche ed ibride a prezzi competitivi, costringendo l’Unione Europea ad aumentare i dazi fino al 45% per proteggere il mercato locale. Tuttavia, i produttori cinesi stanno rispondendo costruendo impianti in Europa o collaborando con partner locali.
Chiamata all’azione
Ford ha chiesto ai governi, ai sindacati e agli attori del settore di collaborare per facilitare la transizione verso la mobilità elettrica. John Lawler, CFO di Ford, in una lettera al governo tedesco ha sottolineato l’urgenza di politiche più chiare a sostegno dell’e-mobility, come investimenti nelle infrastrutture di ricarica, incentivi per i consumatori e flessibilità nelle normative sulle emissioni di CO2.
Ford ha investito oltre 2 miliardi di dollari negli ultimi quattro anni per trasformare lo stabilimento di Colonia in un centro di produzione di auto elettriche. Tuttavia, l’azienda riconosce che, per garantire la sostenibilità a lungo termine in Europa, sono necessarie decisioni difficili, come quelle attualmente in corso.