Lamborghini Miura Pebble Beach – Inaugurato nel 1950, il Concours d’Elegance di Pebble Beach, è uno dei più rinomati eventi dedicati alle auto storiche in cui ogni anno la selezione delle vetture da esporre segue rigide regole: solo le migliori hanno il privilegio di poter partecipare.
Per la 59a edizione, che si svolgerà domenica 18 agosto 2019, solo cinque Miura sono state ammesse in una categoria dedicata esclusivamente a questo storico modello Lamborghini, rendendo omaggio alla GT più iconica degli anni Sessanta.
Delle cinque concorrenti, provenienti da tutto il mondo e tutte con una storia eccezionale alle spalle, tre sono state restaurate dal Polo Storico Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Ogni Miura rappresenta l’emblema perfetto di un periodo magico, in cui un minor numero di regole concedeva maggiore libertà a ingegneri e progettisti.
La Miura è il risultato dei sogni di un giovane gruppo di tecnici, il più vecchio dei quali aveva appena 27 anni: gli ingegneri Giampaolo Dallara e Paolo Stanzani, supportati da un imprenditore visionario come Ferruccio Lamborghini, e il più giovane dei designer dell’azienda Bertone, il ventiduenne Marcello Gandini.
La Miura debuttò in anteprima mondiale al Salone di Ginevra del 1966 e può essere considerata la prima supersportiva di impronta moderna. Dotata di motore centrale V12 da 4 litri montato trasversalmente con doppio albero a camme in testa, era l’auto di serie più veloce dell’epoca. Ciascuna delle prime 763 Miura prodotte tra il 1966 e il 1973 a Sant’Agata Bolognese è oggi annoverata tra le auto storiche più ambite da possedere e guidare.
Miura P400 del 1967, di proprietà di Tom & Gwen Price, Belvedere, CA (USA), telaio n. 3087
Il 22° esemplare tra i 25 della serie di produzione originale. Fu acquistata in origine dal pilota svizzero Karl Foitek nel giugno del 1967, tramite la sua concessionaria di auto sportive a Zurigo. La vettura rimase nelle sue mani fino al 1972, prima di essere venduta a John Middleton di Lake Forest, Illinois, che ne è rimasto proprietario per i successivi 40 anni. Il terzo proprietario la fece restaurare da un esperto di Lamborghini negli Stati Uniti, prima di cederla a quello attuale, che l’ha acquistata nell’ottobre del 2018.
Miura P400 del 1968, di proprietà di Jon & Kim Shirley, Medina, WA (USA), telaio n. 3303
È la 101a Miura P400 realizzata, terminata nel febbraio del 1968 e immediatamente consegnata al suo primo proprietario, lo Scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi. Questa P400 era stata appositamente commissionata con un paraurti anteriore cromato, un volante speciale e diverse altre modifiche di carattere estetico.
Come è noto, lo Scià fece portare la Miura, equipaggiata con speciali pneumatici chiodati, nella sua casa di montagna a St. Moritz. Lo Scià la vendette poco prima della sua cacciata, durante la rivoluzione iraniana del 1979; l’auto fu poi confiscata dal governo dell’Ayatollah Khomeini e infine trasportata segretamente fuori dal Paese. Per i successivi 30 anni è rimasta di proprietà del figlio dello Scià. Nel corso del 2018 è stata sottoposta a un restauro completo e il suo attuale proprietario l’ha acquistata all’inizio del 2019.
Miura P400 del 1968, di proprietà di The Kaiser Collection, Vaduz (Liechtenstein), telaio n. 3586
Una vera star del cinema: è infatti questa l’auto guidata dall’attore Rossano Brazzi nella scena iniziale del film con Michael Caine “Un colpo all’italiana” (The Italian Job), uscito nelle sale il 2 giugno 1969. La Miura telaio n. 3586 era stata scelta dai direttori di produzione della Paramount come “controfigura” per una Miura gravemente danneggiata dello stesso colore, utilizzata per la terribile scena dell’incidente iniziale.
Una volta terminate le riprese, la Miura superstite fu restituita alla fabbrica e successivamente consegnata, tramite il concessionario Lamborghini italiano Zani, al suo primo proprietario italiano, il 2 luglio 1968. Dopo aver fatto parte di varie collezioni in Italia, Giappone e Regno Unito, è stata infine restaurata e certificata come la vettura del film dal Polo Storico Lamborghini nel 2019.
Miura P400 SV del 1972, di proprietà di Jean Todt, Parigi (Francia), telaio n. 3673
Una delle 150 Miura SV prodotte. All’auto era stato assegnato un numero di telaio del 1968 appartenente a una precedente P400 andata totalmente distrutta, dietro richiesta del suo primo proprietario, il capitano Arthur Mechin, un ex pilota della RAF residente in Sudafrica, per evitare il pagamento delle elevate tasse di importazione previste per i veicoli nuovi.
Consegnata nel novembre del 1972, è una delle ultime Miura prodotte e ha trascorso quasi 30 anni in Sudafrica prima di essere venduta negli Stati Uniti, nel 2001. Dopo l’acquisto da parte dell’attuale proprietario nel 2016, il leggendario pilota di rally, direttore della Scuderia Ferrari Formula Uno e Presidente della FIA Jean Todt, l’auto è stata sottoposta a un restauro completo da parte del Polo Storico Lamborghini nel 2018.
Miura SVR del 1968/1975, di proprietà di Shinji Takei (Giappone), telaio n. 3781
Un esemplare unico, realizzato negli stabilimenti di Sant’Agata Bolognese nel 1975. Nata come una “semplice” Miura S, fu presentata per la prima volta al Salone dell’Auto di Torino del 1968, prima di essere venduta in Italia. Nel 1974 fu acquistata, come vettura usata, dal tedesco Heinz Steber, che la riportò in fabbrica per trasformarla in una speciale Miura “da corsa”.
Nel 1975, dopo 18 mesi di lavoro, Steber guidò l’auto per un po’, prima di venderla a un collezionista nipponico. Da allora è rimasta di proprietà giapponese fino al 2016, quando è stata acquistata dall’attuale proprietario, che ha commissionato al Polo Storico Lamborghini un restauro completo per riportarla al suo originale splendore del 1975.