L’UE ha consegnato la bozza definitiva con i dazi per le auto elettriche prodotte in Cina, e Tesla ne esce molto avvantaggiata
Come anticipato, anche Tesla sarà toccata dai nuovi dazi europei per le auto prodotte in Cina, visto che alcune delle Model 3 vendute in Europa sono costruite nella gigafactory di Shanghai. La Commissione ha lavorato sulla bozza definitiva, che sembra però privilegiare il marchio californiano con “solo” il 9% di dazi extra, ben più bassi rispetto a quelli che toccano alle altre case automobilistiche cinesi.
Nel documento consegnato dalla Commissione di sono tutte le conclusioni dell’indagine anti-dumping avviata quasi un anno fa, su richiesta di produttori preoccupati dall’arrivo di auto elettriche cinesi ed economiche che oggi criticano i dazi stessi (Stellantis), e per penalizzare la concorrenza sleale. Ad ogni modo, i dazi sono arrivati e stanno già avendo effetti sul mercato.
I dazi definitivi
Come detto, per Tesla i dazi sono più bassi. Ma le percentuali sono state lievemente ritoccate per tutti, seppur di poco. I dazi per BYD passano dal 17,4 al 17%, quelli per Geely (e quindi per alcune Volvo e Polestar) dal 19,9 al 19,3%, mentre le più alte restano per Saic che passa dal 37,6 al 36,3%. Anche qui, non a caso, vista la scalata di MG, che da Saic è controllata, nel mercato delle auto elettriche grazie alla MG4, che sicuramente potrebbe esserne penalizzata.
I dazi si aggiungono all’imposta del 10% già presente, e per calcolarli la Commissione ha tenuto conto della collaborazione offerta dalle singole case durante l’indagine. Proprio per questo, il 36,3% di Saic rappresenta la massima penalità per quelle case che non hanno proprio collaborato. Per tutte le altre aziende, i dazi sono del 21,3%.
Ma l’UE ha previsto anche la possibilità di beneficiare di un’aliquota sui dazi più bassa, qualora i produttori cinesi entrano in joint venture con costruttori del’UE, vedi i casi di Leapmotor e Stellantis e di Volkswagen e Xpeng. Questa clausola però vale solo per quei costruttori che nel periodo di avvio delle indagini non esportavano ancora, come appunto i due citati.
Va detto, comunque, che non sono ancora effettivi. La bozza è stata divulgata, e le parti interessate avranno 10 giorni per commentare ed eventualmente esprimere osservazioni. Quando la Commissione avrà analizzato tutti i commenti delle Case, i dazi saranno messi al voto degli Stati membri, che sarà valido per 5 anni. Se approvati, i dazi definitivo dovranno essere imposti entro e non oltre 4 mesi dall’introduzione di quelli provvisori, vigenti dal 5 luglio 2024.
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