Due attiviste del gruppo ambientalista Just Stop Oil sono stati arrestate all’interno del Terminal 5 dell’aeroporto di Heathrow, a Londra. Le due donne hanno vandalizzato gli schermi delle partenze spruzzando vernice arancione su, in quello che dovrebbe essere un gesto di protesta contro l’industria petrolifera. La polizia ha confermato che entrambe sono state fermate con l’accusa di danneggiamento e che gli agenti resteranno sul posto per prevenire ulteriori incidenti.
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Un portavoce dell’aeroporto di Heathrow ha dichiarato: “Lavorando con i nostri partner, abbiamo risolto rapidamente l’incidente di protesta nel Terminal 5 e tutte le persone coinvolte sono state rimosse dall’aeroporto. L’aeroporto continua a operare normalmente e i passeggeri stanno viaggiando come previsto. Siamo pienamente d’accordo sul fatto che l’industria dell’aviazione debba decarbonizzare, ma le attività di protesta illegali e irresponsabili non sono la strada giusta e non saranno tollerate.”
L’azione di Heathrow fa parte di una più ampia campagna denominata “Oil Kills” che ha visto gruppi di attivisti climatici prendere di mira aeroporti in tutto il mondo. Secondo Just Stop Oil, finora 21 gruppi in 12 Paesi hanno intrapreso azioni di protesta in 18 aeroporti.
Il gruppo ha rilasciato una dichiarazione di Phoebe Plummer, 22 anni, una delle due persone arrestate a Heathrow. Plummer ha affermato: “Le persone in tutto il mondo si stanno sollevando per chiedere la fine del petrolio entro il 2030. Questo è un problema internazionale, quindi le persone comuni stanno facendo ciò che i nostri politici non faranno, lavorando insieme a livello globale per fermare i danni e le sofferenze causate dai combustibili fossili.”
Jane Touil, 58 anni, l’altra persona arrestata, ha aggiunto: “Le persone comuni devono alzarsi e fare in modo che i loro governi facciano la cosa giusta, perché senza pressione da parte nostra, non lo faranno. Mi sento così arrabbiata e tradita che i politici abbiano permesso che questo accadesse quando sapevano del collasso climatico da oltre 50 anni.”
Tuttavia, la retorica utilizzata fa di tutto per ignorare la realtà complessa e multilaterale delle questioni energetiche mondiali. L’industria petrolifera ha un ruolo cruciale nell’economia globale, fornendo energia essenziale per il funzionamento di infrastrutture, trasporti e produzione industriale.
La transizione verso fonti energetiche rinnovabili è certamente auspicabile, ma richiede tempo, investimenti significativi e innovazioni tecnologiche. La pressione indiscriminata per una cessazione immediata del petrolio potrebbe causare danni economici e sociali profondi, specialmente nei Paesi in via di sviluppo che dipendono fortemente da queste risorse.
Piuttosto che vandalizzare proprietà pubbliche, sarebbe più costruttivo collaborare con le istituzioni per promuovere soluzioni sostenibili. Le azioni di protesta che comportano danni e disagi per il pubblico rischiano di alienare l’opinione pubblica e ridurre il sostegno per le cause ambientali.