Essere una star televisiva internazionale non è sinonimo di stabilità lavorativa. Anzi, anche dopo anni di esperienza basta qualcuno più spigliato, o qualche spettatore in meno, per veder cancellato lo show e perdere il posto. James May, questo, lo sa bene e nella sua lunga carriera, che lo ha portato alla conduzione di Top Gear e The Grand Tour insieme a Jeremy Clarkson e Richard Hammond, ha visto e vede tuttora molti NO secchi ad idee e programmi.
James May: “sono costantemente in attesa di essere licenziato”
May, oggi 57enne e co-conduttore del programma di Amazon Prime Video The Grand Tour, ha recentemente dichiarato al podcast Driven Celebrities, in modo scherzoso ma veritiero, di essere in costante attesa di licenziamento. A conoscere la sua carriera lavorativa, in effetti, non c’è da rimanere sorpresi.
Nel 1998, per esempio, prima del suo arrivo a Top Gear, James May aveva iniziato a condurre un programma televisivo di nome Driven (che però non c’entra nulla col podcast di cui sopra) insieme ad un altro giornalista automobilistico inglese, Jason Barlow. Il programma, andato in onda fino al 2002, andava in onda su Channel 4 di IWC Media, ed era nato proprio per competere con Top Gear, che però come sappiamo ha avuto un successo decisamente maggiore. La prima stagione del programma andò molto bene, eppure inspiegabilmente e senza troppe spiegazioni May perse il posto in favore di Penny Mallory, pilota di rally, e Jason Plato.
Proprio per questo, May fu chiamato dalla BBC a condurre la prima versione di Top Gear nel 1999, prima occasione in cui il conduttore appare nel celebre programma. Eppure, la carriera di May nella versoine originale Top Gear non doveva essere longeva: infatti, dopo il 1999 venne licenziato anche dalla BBC e sarebbe tornato a condurre stabilmente il programma solo dal 2002, anno in cui Clarkson ne cambiò radicalmente il format portando al successo quello che noi tutti conosciamo. Dopo la piccola parentesi nel “proto” Top Gear, May passò a un altro programma, Pebble MIll, ma anche in quel caso la sua presenza durò solamente una stagione. Insomma, la sua carriera di licenziamenti fa sì anche oggi, forte di un successo televisivo imparagonabile, aspetti sempre di essere licenziato.
Questa paura è più viva che mai in seguito all’epidemia di coronavirus che ha colpito anche il Regno Unito. James May nell’intervista ha detto che prima della quarantena aveva pianiifcato tanto lavoro, come due show di viaggio, la nuova stagione di Mad in Japan, gli episodi speciali di The Grand Tour e tante altre idee. Ma ora tutti i programmi sono stati rinviati, visto che sono tutti show che prevedono spostamenti e questo non è, naturalmente, l’anno giusto per viaggiare.
Scherzando, May dice che in questo caso non è stato licenziato da un’emittente televisiva. James May ha concluso la sua intervista dicendo: “Sono stato licenziato dalle circostanze. Sono stato licenziato dal mondo”.
Noi ci auguriamo di no, e speriamo di poter rivedere presto May e il suo tipico carattere britannico all’opera non solo coi suoi colleghi, ma anche nel suo programma di cucina, Our Man in Japan, e in tutte le sue produzione che per ora sono state bollate con un “NO” scarabocchiato per via dei tempi. Del resto, lo stesso James May ha detto di volersi ritirare per un periodo, preoccupato che il coronavirus possa compromettere la sua salute. Insomma, quest’anno dovremo fare a meno della presenza di May, del suo humour e dei suoi programmi.