Quando Jaguar ha presentato il suo nuovo logo e la filosofia “Copy Nothing”, l’obiettivo era chiaro: dare una nuova identità al marchio britannico e rilanciarlo come brand di lusso esclusivo.
Ma la reazione del pubblico è stata ben diversa dalle aspettative: meme, critiche e ironia sui social hanno rapidamente travolto l’operazione, facendo emergere una domanda cruciale: Jaguar si è appena condannata da sola?
Il rebranding, sviluppato con il progetto Panthera, ha suscitato perplessità già dalla scelta dello slogan. Il messaggio voleva trasmettere originalità e unicità, ma si è scontrato con un design che molti hanno definito piatto, anonimo e simile ad altri marchi.
Anche ka concept car Jaguar Type 00, ribattezzata ironicamente “Typo”, è stato accolto con scetticismo: un design che potrebbe appartenere a qualsiasi marchio, senza alcun elemento distintivo della storia Jaguar.
Quando il marketing sbaglia target
Il fallimento della strategia di Jaguar potrebbe inserirsi in un trend già visto con altre aziende che hanno scelto di abbracciare posizioni polarizzanti nel marketing. Esempi come Bud Light, Gillette, Levi’s e Nike mostrano come prendere posizioni forti su temi divisivi possa alienare una parte importante della clientela.
Ma il problema di Jaguar è ancora più grave: mentre altri brand possono permettersi un errore di comunicazione e poi correggere il tiro, il marchio britannico non ha più il margine di sicurezza finanziario per sbagliare.
La sua reputazione era già compromessa da anni di problemi di qualità e calo delle vendite. Questo rebranding non ha risolto nulla, anzi ha ulteriormente allontanato i clienti tradizionali.
Un’auto di lusso senza un’identità chiara
Jaguar ha dichiarato di voler competere con marchi ultra-lusso come Bentley, Rolls-Royce e Bugatti, posizionandosi in una fascia di mercato esclusiva. Tuttavia, manca una strategia chiara per rendere il brand credibile in quel segmento.
Il primo modello della nuova era Jaguar arriverà solo nel 2026, troppo tardi per un mercato che si muove rapidamente. Nel frattempo, il marchio rischia di perdere ulteriormente rilevanza.
Il passaggio a un brand esclusivamente elettrico (BEV) arriva proprio mentre altri produttori, come Mercedes e Volkswagen, stanno rivalutando la strategia full electric. Jaguar sta quindi puntando tutto su una direzione che potrebbe rivelarsi un vicolo cieco.
Il rischio di un addio definitivo
Per Jaguar, il problema non è solo il marketing, ma un’identità che sembra ormai scomparsa. Il marchio che Enzo Ferrari definì “il costruttore della più bella auto del mondo” sta attraversando il suo momento più difficile.
Il pubblico tradizionale si sente escluso, mentre il nuovo target a cui sembra rivolgersi non è interessato alle auto. Senza una chiara strategia di prodotto e con un posizionamento incerto, Jaguar potrebbe essere destinata a diventare un nome del passato. Se il rebranding voleva rilanciare il marchio, questo invece rischia di scrivere il capitolo finale della propria storia.
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