Oscurata dall’erede Jaguar XJ, diventata una delle auto più di successo della casa automobilistica britannica, la Jaguar Mark X, nota anche come Jaguar 420 G, è in realtà un modello estremamente interessante, in grado di esprimere ancora oggi la qualità e il lusso, la storia di Jaguar. A Milano AutoClassica, la Jaguar Mark X è esposta in elegantissimo verde foresta, tipico delle berline premium di Jaguar.
Jaguar Mark X: derivazioni sportive
La Jaguar Mark X debutta ufficialmente nel 1961 ed è frutto di un progetto nato nella seconda metà negli anni Cinquanta, quando all’azienda inglese serviva una berlina di grandi dimensioni che andasse a sostituire la Jaguar Mark IX, ormai segnata dal peso degli anni. In quel periodo, Jaguar viveva un momento di forte successo grazie alla Jaguar XK e ai suoi trionfi nelle varie competizioni internazionali. Insomma, la casa inglese voleva ritrovare e mantenere lo stesso successo anche nel segmento delle auto premium e di rappresentanza.
Il modello, nonostante il nome inizialmente in progressione con quello della generazione precedente, fu creato completamente da zero e con soluzioni molto moderne per i tempi: una scocca portante, sospensioni a 4 ruote indipendenti su progetto di Bob Knight e riprese da quelle della contemporanea E-Type, freni a disco su tutte le ruote. Anche la linea era nuova, in netta rottura con il modello precedente e anzi fonte d’ispirazione per l’erede XJ. Dai modelli sportivi viene ripresa la trazione posteriore.
Jaguar Mark X debuttò con lo stesso 6 Cilindri della XK, che arrivava a 265CV e ben 353 N/m di coppia che bastavano a spingere una berlina lunga oltre 5 metri e con un peso non indifferente fin quasi a 200km/h, un risultato piuttosto importante per l’epoca. Un motore che tra l’altro a Milano AutoClassica è possibile ammirare in tutte le sue dimensioni e nella sua meccanica: una vera gioia per gli appassionati!
Jaguar Mark X: interni da salotto e motori
Si dice spesso, l’ho detto anche io, che i nuovi concept puntano ad abitacoli che sembrano dei salottini per via della loro comodità. Ma Jaguar puntava allo stesso effetto già con la Mark X, grazie ad interni di pregio che nulla hanno da invidiare alle berline di lusso moderne. Su tutti spiccano naturalmente i divani anteriore e posteriore in pelle, e soprattutto la plancia in noce massello progettata da un’ebanista, mentre in radica sono i pannelli porta e i montanti interni. Nello stand di Milano AutoClassica, la Jaguar Mark X è sposta di fianco alla moderna Jaguar F-Pace e le differenze sono abissali, pur rimanendo anche il SUV britannico molto curato e ricercato nei dettagli.
Col restyling del 1966 la Jaguar cambiò il nome in 420 G, ma esteticamente cambiò solo la calandra. Nel 1968 arrivò la XJ ad affiancare la Mark X, la quale fu definitivamente pensionata nel 1970.