L’adozione di una filiera nazionale dell’idrogeno è un elemento fondamentale per la transizione energetica dell’Italia. Questo combustibile pulito rappresenta una soluzione chiave per ridurre le emissioni di CO2 e sostenere la decarbonizzazione di numerosi settori produttivi.
La costruzione di una rete completa, dalla produzione al trasporto e all’utilizzo, permetterà al Paese di raggiungere gli obiettivi climatici e di sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. Una strada sicuramente lunga, ma che ha visto recentemente il nostro Paese protagonista della creazione del Corridoio Sud Idrogeno insieme ad Austria e Germania.
I progetti di punta in Italia
Tra le iniziative di spicco, De Nora e Snam hanno avviato la costruzione della prima gigafactory di elettrolizzatori a Cernusco sul Naviglio, nei pressi di Milano. Questa fabbrica, come riportato da Il Sole 24 Ore, è prevista per entrare in funzione nel 2026. Sarà un pilastro per la produzione di idrogeno verde, grazie al supporto del programma Ipcei Hy2Tech. L’obiettivo è fornire un flusso continuo di idrogeno per diversi usi industriali, favorendo la sostenibilità a lungo termine.
Un altro progetto significativo è quello avviato da Snam, TenarisDalmine e Tenova nel settore siderurgico. Utilizzare l’idrogeno per la lavorazione dell’acciaio è una sfida tecnica importante, ma offre la possibilità di decarbonizzare un settore storicamente ad alta intensità energetica. Questo progetto pilota di sei mesi si concentrerà su linee guida di sicurezza e sull’efficacia dell’idrogeno, con potenziali applicazioni future in altri settori come cementifici e industrie chimiche.
In parallelo, Iris Ceramica Group ed Edison Next stanno esplorando l’uso dell’idrogeno verde per la produzione di ceramiche. Questa iniziativa, che prevede uno stabilimento dedicato in provincia di Reggio Emilia, rappresenta un passo avanti nella decarbonizzazione dell’industria ceramica, con implicazioni significative per l’intero comparto manifatturiero.
Sul fronte delle Hydrogen Valley, il recente decreto del Mase ha destinato oltre 163 milioni di euro a progetti per la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. La Calabria è in prima linea con un progetto a Lamezia Terme, che prevede un impianto alimentato da fotovoltaico per la produzione e distribuzione di idrogeno, con un’operatività prevista entro il 2026.
Infine, la Puglia Green Hydrogen Valley, un’iniziativa congiunta di Edison, Sosteneo e Saipem, è uno dei progetti più ambiziosi nel settore dell’idrogeno in Europa. Con un finanziamento di 370 milioni di euro, prevede la costruzione di impianti a Brindisi e Taranto con una capacità totale di 160 megawatt. Questi impianti produrranno annualmente circa 250 milioni di metri cubi di idrogeno verde, posizionando l’Italia tra i leader nella produzione di idrogeno a livello europeo.
Dall’industria ai trasporti
Questi progetti dimostrano come anche in Italia stia seriamente investendo nella filiera dell’idrogeno, integrando questa fonte di energia pulita in settori chiave della sua economia, come la siderurgia e l’industria ceramica, senza concentrarsi direttamente sull’automotive. Tuttavia, se l’industria riuscirà a produrre quantità rilevanti di idrogeno verde, anche il settore dei trasporti ne trarrà un enorme vantaggio.
L’abbondanza di idrogeno potrebbe infatti favorire la diffusione di veicoli a idrogeno, contribuendo ulteriormente al loro sviluppo dal punto di vista tecnologico oltre che numerico.
La realizzazione di una filiera completa dell’idrogeno non solo aiuterà a ridurre le emissioni di gas serra, ma stimolerà anche l’innovazione tecnologica e la competitività industriale del nostro Paese, con benefici trasversali per l’intero sistema economico e ambientale.