Secondo i dati doganali cinesi, a inizio 2024 le esportazioni di veicoli elettrici in UE sono crollate del 20%, ma le indagini c’entrano poco
La battaglia dell’UE contro la Cina e il “dumping di stato” sui suoi veicoli elettrici, iniziata lo scorso autunno 2023, sembra aver dato gli effetti sperati da chi l’ha voluta: nei primi due mesi del 2024, secondo i dati ufficiali cinesi ripresi da Bloomberg, le esportazioni dei veicoli della Repubblica Mandarina in UE hanno registrato un calo di circa 1/5 nei primi due mesi del 2024.
Leggendo i dati doganali, infatti, si vede che sono stati spediti poco più di 75.600 veicoli elettrici nei paesi membri dell’UE, con un 20% in meno rispetto allo scorso anno. Il calo, per quanto l’UE abbia dato in questo senso un grosso contributo, potrebbe essere però dato anche dal calo generale della domanda di veicoli elettrici che si sta riscontrando all’inizio del 2024, e che vede anche altri produttori, come Volkswagen e la stessa Tesla, in difficoltà.
Come procedono le indagini dell’UE?
Le indagini europee sono iniziate anche per placare le preoccupazioni dei gruppi automobilistici europei, come Stellantis, in seguito ai guadagni sempre più rapidi di SAIC e BYD. Iniziate lo scorso ottobre, hanno avuto un’evoluzione piuttosto rapida, tanto che a inizio marzo l’UE ha annunciato di essere vicina a imporre dazi doganali aggiuntivi sui veicoli elettrici cinesi, dichiarando di avere tutte le prove di sostegni finanziari illegali di Pechino nei confronti dell’industria.
In ogni caso, anche senza dazi, le riduzioni ci sono state. Secondo la Camera di commercio della Cina dell’UE, questa riduzione non è solo un’anomalia statistica, ma evidenzia le “complesse sfide che la Cina deve affrontare a livello internazionale“, e queste indagini hanno esercitato una sorta di “effetto dissuasivo”, influenzando negativamente la dinamica importazione-esportazione.
Il calo denunciato dai dati doganali cinesi sembra arrivare dopo un periodo buono: la Commissione Europea ha detto a inizio marzo di aver riscontrato un “aumento sostanziale” delle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina dopo l’annuncio dell’indagine, con un aumento del 14% su base annua tra ottobre 2023 e gennaio 2024.
Il calo, quindi, non sembra dovuto tanto alle indagini, visto che ancora non ci sono dazi, quanto proprio al calo generale della domanda. Contrariamente a quanto sembri, i veicoli elettrici cinesi venduti in Europa non sono tanto più economici rispetto a quelli europei, al massimo a parità di prezzo offrono prestazioni migliori.
Ma per diversi motivi, tra cui l’assenza di incentivi in Germania (che li ha tolti) e in Italia (che non li ha ancora rinnovati), che sono ancora oggi il vero motore della crescita UE visti i prezzi, oltre al contesto internazionale sempre più complesso anche in termini economici, con alcuni paesi che vedono crescere alle stelle inflazione e prezzi dell’energia, la domanda è calata per tutti. Inoltre, se prendiamo in considerazione BYD, la situazione è ancora peggiore: nonostante gli ottimi risultati in termini globali, il colosso cinese conosce un calo di utili e vendite per il settimo mese consecutivo, e anche in questo caso le politiche europee c’entrano poco.
Fonte: Bloomberg
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