Un presunto atto di incendio doloso ha portato alla sospensione della produzione presso la Gigafactory Tesla di Berlino, con un traliccio dell’elettricità avvolto dalle fiamme.
Un incendio presumibilmente doloso ha portato alla sospensione della produzione presso la Gigafactory Tesla nei pressi di Berlino, gettando l’azienda e i suoi dipendenti in uno stato di allarme e incertezza. L’incidente, descritto dall’amministratore delegato Elon Musk come “estremamente stupido“, ha visto un traliccio dell’elettricità avvolto dalle fiamme, provocando l’interruzione dell’energia al sito produttivo, ma, fortunatamente, senza estendersi all’impianto Tesla – il primo stabilimento di produzione dell’azienda automobilistica statunitense in Europa.
Secondo quanto riporte Reuters, i pompieri e le forze dell’ordine hanno tempestivamente gestito la situazione, spegnendo l’incendio e avviando le indagini. Nonostante la rapida risposta, la produzione è stata fermata e il sito evacuato, provocando tra l’altro una temporanea caduta del valore delle azioni Tesla quotate a Francoforte del 2,8% alle 13:08 GMT.
La gravità della situazione è stata accentuata dalla pubblicazione, da parte dei media locali, di una lettera attribuita a un’organizzazione di attivisti di estrema sinistra denominata Gruppo Vulcano, che rivendicava la responsabilità dell’attacco in un testo di 2.500 parole diretto contro Tesla e il suo CEO miliardario Musk. La polizia ha confermato di essere a conoscenza della lettera e di essere in fase di verifica della sua autenticità.
Dal canto suo, la società energetica tedesca E.ON ha dichiarato che l‘elettricità è stata ripristinata in tutte le aree, ad eccezione di un “grande sito industriale, di un impianto di produzione e di un centro logistico”,aggiungendo che i lavori di riparazione inizieranno non appena gli inquirenti daranno il via libera.
Tesla e l’Europa: i problemi con i sindacati
Questo atto, se confermata la dolosità, non solo mette in luce la vulnerabilità delle infrastrutture critiche, ma solleva anche questioni più ampie. L’ironia sottolineata da Musk, riguardo all’attacco rivolto a un produttore di veicoli elettrici piuttosto che a quelli a combustibili fossili, può sembrare non essere priva di ragionevolezza. C’è però da ricordare la conflittualità sindacale di Tesla sia in Germania, con diverse questione messe sul piatto nell’ultimo anno e mezzo, sia in Svezia dove gli scioperi continuano da mesi ed ora coinvolgono i supercharger.
Il contesto tedesco, e più ampiamente europeo, vede la Germania impegnata a promuovere investimenti stranieri di grande rilievo in un periodo di recessione economica, inflazione elevata e domanda estera debole. L’attacco, se confermato come tale, non soltanto minaccia la sicurezza energetica ma anche l’immagine della Germania come luogo sicuro e attraente per gli investimenti internazionali.
Tutto da rivedere quindi il rapporto tra Elon Musk, sindacati e lavoratori, ed ora gruppi politici che vogliono in qualche modo entrare nella partita. La situazione è complicata, e non è detto che la soluzione si possa trovare in tempi brevi.
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