Siamo abituati, in questo periodo, a tanti marchi nascenti che cercano di approfittare del business delle auto elettriche per inserirsi sul mercato: lo abbiamo visto con Tesla, che di fatto il mercato elettrico lo ha creato; con la rivale Lucid, e con le numerose aziende cinesi, come per esempio Nio. Più inaspettata è la decisione di creare una start up che crei auto a idrogeno, al momento prodotte solo da Toyota con la Mirai e da Hyundai con la Nexo. Eppure, Hopium Machina rappresenta un primo vero esperimento europeo in questo ambito – l’azienda è francese – con un progetto di tutto rispetto, che per ora è più una dimostrazione di tecnologia.
Attenzione, però, perché in Hopium fanno sul serio: gli ordini sono aperti, e la vettura porta con sé un’eredità da motorsport.
Hopium Machina: la potenza dell’idrogeno
L’idea si deve a Olivier Lombard, pilota automobilistico francese divenuto noto come più giovane vincitore a Le Mans quando, nel 2011, a soli 21 anni ha vinto una LMP2. A quanto pare in questa decade il giovane si è focalizzato sulle nuove tecnologie, e ha guardato al futuro, fondando Hopium.
Il suo progetto è quello di produrre auto a idrogeno di fascia alta, e la Hopium Machina è il primo risultato concreto. Presentata nell’ottobre del 2020, in questi mesi è stato completato un prototipo reale, tanto che gli ordini sono aperti. Il prototipo, che ha il nome di “Alpha 0”, serve a certificare l’affidabilità del sistema fuel cell, ovvero la tecnologia che spinge le auto a idrogeno e i cui vantaggi sono stati descritti più volte: maggiore autonomia rispetto alle elettriche a batteria, tanta potenza, e rifornimento veloce quanto benzina e diesel.
Nello specifico, la Hopium Machina ha 1000 km di autonomia con un solo serbatoio, e impiega 3 minuti a fare il pieno. Ha una potenza di più di 500 CV, e una velocità massima di 230 km/h. Resta da vedere se in Hopium hanno pensato a risolvere i difetti dell’idrogeno, come per esempio gli alti costi di produzione, sia in termini economici che in termini ambientali. Va detto, però, che Hopium arriva forse al momento giusto, ovvero quando i singoli stati europei, Italia in primis, e l’Unione Europea, hanno destinato non pochi fondi allo sviluppo esclusivamente sostenibile dell’idrogeno in terra europea.
Forte personalità
Pur rappresentando poco più di un concept, la Hopium Machina ha già una sua forte personalità stilistica. Tutto si concentra sui fari, perché la Machina Alpha 0 per la prima volta introduce il disegno tipico di Hopium per i gruppi ottici. Un design che ricorda la stratificazione dell’idrogeno e il movimento delle onde sulla superficie dell’acqua.
Il design è ancora molto minimalista, ma la direzione c’è: i fari sono i protagonisti assoluti di questa fase della progettazione. La stessa filosofia di “stratificazione dell’idrogeno” non si nota solo davanti, ma anche in quelli posteriori, che essendo rossi risaltano particolarmente. Dai render, inoltre, possiamo vedere il design dei cerchi, anch’esso moderno ed elaborato e poco altro. Per esempio, gli specchietti retrovisori esterni sono sostituiti da due videocamere, e le maniglie delle portiere sono a scomparsa, come va di moda ora. L’auto, comunque, è una classica berlina dall’aspetto particolarmente aerodinamico, sottolineato dalla cromatura della linea dei finestrini.
Come detto, i preordini sono aperti per un massimo di 1.000 acquirenti. Ogni slot costa 410 euro.
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