Quali sono i Paesi dove la benzina e, in generale, il petrolio costa di più? I cittadini di Hong Kong, con 2,874 euro al litro, sono quelli che spendono di più in rifornimento, mentre gli indonesiani quelli che spendono meno. All’Italia non va tanto bene, anche se è (appena) fuori dai primi 10: dopo Hong Kong, seguono la Repubblica Centraficana (2,47 € / litro), il Principato di Monaco (2,44), la Norvegia (2,41), lo Zimbabwe (2,35), la Finlandia (2,30), l’Islanda (2,26), la Danimarca (2,25), i Paesi Bassi (2,24) e la Grecia (2,21).
Rispetto al 2020, già nel 2021 abbiamo assistito a un aumento vertiginoso dei prezzi del rifornimento, e nel 2022, con la situazione tra Ucraina e Russia, hanno raggiunto record non toccati da decenni: se nell’aprile 2020, in pieno primo lockdown, si erano toccati valori bassissimi con una media nazionale di 1,10 euro al litro, nell’aprile 2022 le cose sono cambiate in peggio, e la media è passata a 1,80 euro al litro, dopo aver superato i 2 euro nelle prime fasi del conflitto.
I paesi che pagano di più (e perché)
Per quanto gli squilibri geo-politici possano influire sui prezzi, non è solo a loro che si deve l’aumento dei prezzi. Anche perché nel caso del petrolio, Russia e Ucraina sono una causa indiretta, visto che influiscono prima sul gas e poi, di conseguenza, sulle aziende petrolifere che non mancano di fare della speculazione. Ma c’è anche il governo di un Paese a metterci del suo, specialmente per quanto riguarda le tasse.
Partiamo da un aumento del prezzo del petrolio greggio a partire dal 2021, che non si è mai fermato: dal 2020 al 2021 è passato da 64 a 95 dollari al barile, mentre al momento in cui scriviamo questo articolo (22 aprile 2022) si trova a 104 dollari al barile, quasi il doppio in due anni.
Ci sono poi alcuni Paesi che tassano il carburante in maniera così pesante che quasi la metà del prezzo sono imposte per lo Stato. Per esempio, nel Regno Unito il carburante viene tassato due volte: la prima per la tassa sulla benzina, la seconda a causa dell’IVA al 20%, bloccata sempre sul prezzo combinato del carburante e dell’imposta sul carburante. Tradotto: più la benzina sale, più il governo britannico guadagna.
Nel resto del mondo
Osservare le differenze tra i prezzi è interessante perché mostra il gigantesco divario tra i Paesi del mondo per quanto riguarda le tasse sul carburante: i conducenti di Indonesia, Brasile, Stati Uniti e Canada sono i più fortunati, e quelli che in assoluto pagano meno tasse: gli indonesiani, per esempio, pagano circa 0,016 € al litro, gli statunitensi 0,031 €, contro la già citata media italiana e l’ancor più alta media britannica di 1,85 € al litro.
La ricerca mostra inoltre il diverso trattamento tra benzina e diesel. Regno Unito, Danimarca, Svizzera e Indonesia hanno più o meno la stessa tassa per tutti i carburanti, ma la maggior parte dei Paesi tassa il diesel a un’aliquota più bassa. Fino a pochi mesi fa, anche l’Italia aveva tasse più basse per il diesel, considerato più efficiente.
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