Il recente panorama industriale nel settore automobilistico in Italia sembra essere caratterizzato da una serie di mosse strategiche ed economiche che potrebbero mettere in difficoltà l’industria nazionale a favore di altri Paesi europei, come Francia e Polonia. Un esempio emblematico è la nascita di Stellantis da FCA e dal gruppo francese PSA, che ha portato alla nascita di un colosso dell’automobilismo che ha un’influenza rilevante sulle decisioni che riguardano la produzione in Italia.
Un interessante articolo di Giuseppe Gagliano su Insideover, delinea una particolare linea volta a penalizzare il nostro Paese. La strategia dietro a queste mosse potrebbe essere volta a spostare l’attenzione produttiva verso paesi come la Polonia, dove i costi della manodopera sono inferiori, favorendo la crescita degli impianti locali a discapito di quelli italiani. Questo potrebbe ridurre la competitività dell’industria automobilistica italiana, portando a una diminuzione dell’occupazione e, nel lungo termine, a una perdita di competenze nel settore.
Il confronto tra questa situazione e il cosiddetto “Triangolo di Weimar”, forum di cooperazione politica tra Francia, Germania e Polonia, evidenzia come questi Paesi stiano cercando di consolidare la propria posizione geopolitica. L’Italia, in questo scenario, potrebbe essere vista come un concorrente da indebolire, sia sul piano industriale che su quello politico.
La definizione di “guerra economica” in questo contesto si riferisce all’uso di manovre economiche per ottenere vantaggi geopolitici senza ricorrere a conflitti militari. Le dinamiche all’interno di Stellantis possono essere viste come parte di una strategia per riorganizzare l’industria automobilistica europea, favorendo Francia e Polonia a discapito dell’Italia.
Attraverso la riduzione della capacità produttiva italiana, e la contemporanea protezione degli impianti francesi, questa situazione potrebbe condurre a una perdita di competitività per l’Italia nel contesto dell’Unione Europea. Una situazione nella quale l’Italia rischia di perdere la propria posizione di forza industriale.
Ed è forse per questo motivo che, non essendoci altri investitori, il governo è alla ricerca dell’aiuto dei cinesi per mantenere fabbriche ed occupazione in Italia.