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Greenpeace dice che vendiamo troppe auto e che dobbiamo smettere subito

Secondo Greenpeace vendendo troppe auto benzina e diesel si uccide il clima, ma non dice nulla su navi ed aerei.

Per Greenpeace il problema del mondo è la produzione di troppe auto benzina e diesel, che deve essere fermata immediatamente. Navi e aerei? Non pervenuti. Secondo uno studio di Greenpeace Germaniae Canada le colpevoli sono Toyota, Volkswagen, Hyundai insieme alle altre grandi case automobilistiche che venderanno 400 milioni di veicoli diesel e a benzina in più rispetto a quanto sia possibile fare per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico.

Secondo i dati forniti, trasporti rappresenterebbo attualmente un quarto delle emissioni di gas serra legate ai carburanti a livello globale, e tra questi la metà proviene dalle autovetture. Ma non finisce qui, perchè stando ai calcoli di Greenpeace, per evitare che le temperature globali superino la soglia di 1,5 gradi Celsius, non possono essere venduti più di 315 milioni di nuovi veicoli diesel e benzina in tutto il mondo.

A questo punto Greenpeace va a fare i “conti in tasca” a tutte le case automobilistiche. Secondo i loro calcoli, riportati da The Verge, Toyota venderebbe 2,6 volte in più rispetto al numero massimo di veicoli diesel e benzina necessari per mitigare i peggiori effetti del cambiamento climatico, ovvero 63 milioni di veicoli. Hyundai e Kia venderebbero 2,4 volte in più, ovvero 39 milioni di veicoli. Volkswagen venderebbe 2,1 volte in più, ovvero 39 milioni di veicoli. General Motors venderebbe 1,6 in più, ovvero 13 milioni di auto.

Per farla breve, Benjamin Stephan, responsabile delle campagne sul clima di Greenpeace Germania, in un comunicato ha dichiarato che “Toyota, Volkswagen e altre case automobilistiche leader sono in rotta di collisione con il clima”.

Smog Milano

Tutto bene? Ovviamente no, perchè la questione ci sembra un pelo più seria. Da quello che possiamo leggere Greenpeace dimentica completamente la Cina e tutte le case automobilistiche cinesi. Possibile non includere nell’elenco ad esempio il gruppo Geely con tutti i suoi marchi? Davvero ci vogliono far credere che in Africa o in Sud America, dove di elettrico non se ne parla proprio, ci siano solo i marchi citati?

Secondo aspetto, e non stiamo prendendo la cosa alla leggera, chiediamo il motivo per il quale non si parli mai di traffico merci, marino o aereo. Quanto inquinano le navi che solcano gli oceani? Sono davvero necessarie? Per non parlare di quelle utilizzate per le crociere, ovviamente.

Alla fine, la colpa è delle automobili o della globalizzazione? Perchè se la logica non mente, producendo localmente si ha automaticamente un risparmio di emissioni, in tutti i sensi.

Quindi, ha senso colpevolizzare le automobili senza dire nulla su merci che girano attorno al mondo per soddisfare le esigenze di pochi? Un esempio fra mille: perché deve essere considerato normale avere in Europa frutta che arriva dalla Nuova Zelanda o dal Cile, e deve essere invece biasimata una persona che usa l’auto 20 o 30 km al giorno per andare a lavorare?

La risposta ci sembra ovvia, ma pare che Greenpeace pensi solo alle automobili.

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