Il Governo non ha ritenuto necessario rifinanziare gli incentivi auto nel testo di conversione in legge del “Decreto Agosto” che era stato approvato dal Senato. Si tratta chiaramente di una scelta di autolesionismo, l’ennesima fatta dalla politica italiana, visto che gli incentivi già varati e presto esauriti non solo hanno ravvivato un mercato in fortissima crisi e salvato posti di lavoro, ma hanno prodotto in poche settimane un maggiore incasso per lo Stato e contribuito positivamente al PIL.
Gli incentivi auto si sono autofinanziati con le imposte
C’è da dire che gli incentivi auto si sono praticamente autofinanziati. Gli ecobonus hanno infatti fruttato 58 milioni di euro incrementali in gettito IVA, oltre ai maggiori introiti legati all’immatricolazione dei veicoli, tra cui l’IPT. I dati diffusi nei giorni scorsi sulla confortante ripresa del mercato grazie agli incentivi sono la dimostrazione tangibile di quanto sia stato efficace questo strumento. Rispetto al mese di settembre dello scorso anno assistiamo, nello stesso periodo, all’immatricolazione di oltre 13.600 vetture in più (+9,5%) e ad un incremento del 47,4% di auto rottamate.
Al Governo non importa nulla dell’auto e degli automobilisti
Le associazioni di categoria come Federauto e Unrae, sperano in un intervento urgente da parte del Governo e della politica. Una speranza probabilmente vana, perché riposta in chi considera l’automobile come il nemico numero uno, e l’automobilista come un pollo da spennare. Parliamo dello stesso Governo che si dimentica di sostenere un settore, come quello dell’auto, che vale il 10% del PIL nazionale e da cui dipendono migliaia di piccole e medie aziende, con decine di migliaia di posti di lavoro attualmente a rischio.
“In questa fase particolarmente delicata per l’economia nazionale, non rifinanziare una misura così importante sarebbe un errore imperdonabile” – dicono Federauto e Unrae – “Vanno garantite norme efficaci e di lungo periodo che consentano al consumatore la necessaria chiarezza per non deprimerne la propensione all’acquisto e agli operatori del settore una adeguata pianificazione delle proprie attività produttive e commerciali“.
Federato e Unrae accettano il ricatto
Peccato che Federato e Unrae, pur di racimolare qualche soldo in incentivi si rendano disponibili al “ricatto finale”, dichiarandosi “fin da subito pronte a condividere con il Governo le proprie proposte strategiche e pluriennali per sostenere il processo di decarbonizzazione in atto e accompagnare la transizione della mobilità verso le emissioni zero“. Due associazioni che negli ultimi anni non sono mai riuscite a far presa sulla politica italiana e mai come in questo momento dimostrano la propria debolezza, anche accettando pressioni per incentivare modelli, come le auto elettriche, che nessuno vuole.