Anche i giapponesi vedono lo scambio batterie, o battery swapping in inglese, come mezzo migliore per ridurre al minimo i tempi di ricarica. Il funzionamento è semplice: quando la batteria dell’auto elettrica è scarica, la si cambia con una carica, in massimo tre minuti.
Ebbene, in maniera molto pragmatica il Giappone ci prova con un progetto che riguarda il trasporto commerciale. La catena di combini FamilyMart effettuerà i primi test con camion elettrici leggeri con batterie intercambiabili e pacchi batteria da sostituire già pronti e carichi nelle delle stazioni di scambio.
Il test effettuato utilizzando due piccoli camion con carico utile di 3 e di 3,5 tonnellate dotati batterie intercambiabili, sarà effettuato per la consegna di piatti pronti su circa 80 negozi FamilyMart principalmente a Misato e Yashio, mentre presso la sede FamilyMart Misato Central Temperature Control Center a Misato è stata installata la stazione di sostituzione della batteria.
Poiché il pacco batterie di questo piccolo camion EV con batterie intercambiabili può essere sostituito in circa 3 minuti, verrà utilizzato per le consegne senza problematiche relativa ai tempi di ricarica, che invece richiede molto più tempo quando si utilizzano le classiche colonnine.
Il pacco batterie è poco più grande di una valigia (1,085 x 1,077 x 286 mm), può arrivare a pesare fino a 350 kg, e come si vede nelle immagini viene installato e rimosso dietro alla cabina di guida. Una posizione molto facile da raggiungere e che non compromette il vano di carico.
La stazione di battery swapping può ospitare fino a 10 pacchi batteria, e la velocità di ricarica è di 20 kW su due batterie in contemporanea. Sul tetto della stazione sono installati pannelli solari di potenza complessiva di 2,8 kW.
La riduzione delle emissioni CO2 per veicolo è calcolata in 6,1 tonnellate all’anno rispetto ai veicoli a gasolio, mentre l’interconnessione con le energie rinnovabili viene effettuata grazie ai pannelli solari. Le aziende coinvolte, capitanate da Itochu, puntano a confermare qualità, prestazioni e sicurezza attraverso questa fase di test e migliorarla ulteriormente per un uso definitivo da attivare prima possibile.
Il sistema, che abbiamo già visto funzionare in Cina, Paese ormai all’avanguardia, non sembra però convincere la UE, che invece preferisce sperperare i soldi pubblici in decine di migliaia di colonnine da installare ovunque.
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