Germania: le auto elettriche saranno di fatto l’unica scelta possibile, almeno secondo quanto possiamo intuire da quanto contenuto nel “salva-clima di Berlino”. Decisioni prese sull’onda di una delle più grandi manifestazione per il clima mai viste a Berlino.
Se l’obiettivo è quello di diminuire le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e diventare ‘neutrali’ dal punto di vista climatico entro il 2050, i “colpevoli” sono sempre i soliti. Ecco allora che si dovrà pagare un prezzo per la produzione di gas serra nei settori della mobilità e della riqualificazione energetica degli edifici. Inquinare avrà un costo calcolato con il sistema dei certificati di emissioni, in un crescendo progressivo a partire dal 2021, ma saranno incentivate le rottamazioni delle caldaie a gasolio. In più, l’Iva sui biglietti aerei sarà aumentata, mentre diminuirà invece quella sui treni.
In ogni caso, il problema sembrano essere come sempre le automobili, e adesso arriva il bello. Ci sarà un aumento del prezzo della benzina e del gasolio, calcolato da 3 a 15 centesimi al litro, con il massimo dal 2026 in poi, ma allo stesso tempo ci saranno delle detrazioni per i pendolari. La struttura sembra guarda caso premiare i produttori di auto elettriche, che in questo momento anche in Germania nessuno sembra voler acquistare. Ancora nel 2018, la quota di mercato era dell’1,05 %, ma a fronte degli investimenti miliardari dell’industria tedesca, un ritorno ci deve pur essere.
A pensar male ci si azzecca sempre, diceva un vecchio saggio, anche perchè non troveremo mai nessun politico o industriale o ecologista, prendere posizione sul trasporto merci. Si, perchè mentre ad essere colpevolizzati sono chi è costretto ad usare l’automobile per qualsiasi spostamento, ancora oggi non si dice nulla di frutta, carne o pesce che attraversano i globo per arrivare nei supermercati. 10 o 20.000 km moltiplicati per tonnellate di merci non sono nulla nel mondo della globalizzazione, ma se fate 20 km al giorno a bordo della vostra auto diesel, siete dei veri e propri “KlimaKiller“, come dice Greenpeace.