Sappiamo che General Motors ha annunciato di voler progressivamente abbandonare la compatibilità ad Apple CarPlay e Android Auto nei suoi prossimi veicoli elettrici, sostituendoli direttamente con Android Automotive, cosa già fatta con la nuova Chevrolet Blazer EV.
Una scelta di per sé non unica nel suo genere, e anzi migliore di Tesla, Rivian o Nio che pure non sono compatibili con la smartphone replication ma a differenza di GM hanno un loro sistema, molto chiuso e non sempre così intuitivo.
Eppure, la notizia non è piaciuta ai potenziali clienti, soprattutto quelli più giovani, che si sono uniti in una sorta di protesta, chiedendo di ripensare la strategia e “minacciando” di passare a Ford se dovesse invece perseguirla.
Qual è l’errore di General Motors?
Come detto, a un primo sguardo questa reazione potrebbe sembrare esagerata, perché GM non è l’unica che non accetta compatibilità con la smartphone replication dei due colossi. Anzi, Tesla nonostante questa mancanza ha comunque molto successo, ed è addirittura apprezzata dai suoi estimatori per il suo mantenere il sistema chiuso. E lo stesso Nio.
Il problema, però, è che entrambe queste aziende nascono così, e anzi il loro sistema è ciò da cui si sviluppa tutto il loro universo, auto comprese. Forse GM avrebbe dovuto scegliere un approccio più soft, similmente a Volvo, Polestar e Renault.
Come GM, i tre costruttori usano Android Automotive, ma lasciano in ogni caso la possibilità di collegare Android Auto e CarPlay.
Secondo molti dirigenti del colosso di Detroit, però, Android Automotive è l’unico modo per offrire funzionalità più avanzate e sicure, e non riduce l’esperienza simil smartphone visto che l’OS che Google ha pensato direttamente per le auto integra tutte le app a cui siamo abituati, da Maps a Waze, da Spotify a Tidal e via dicendo.
E ovvia al problema di sicurezza della smartphone replication, dei bug con disconnessioni casuali, risposte lente che causano distrazione alla guida per cercare di risolverli.
Per molti detrattori della decisione, però, è più semplicemente una mossa molto furba di GM per proporre più servizi in abbonamento, inseguendo la scia di altri costruttori come Mercedes e BMW.
I competitor ne approfittano
Gli storici rivali in casa di GM non sono ovviamente rimasti a guardare. il CEO di Ford, Jim Farley, su Threads (la versione di Twitter/X secondo Instagram) ha ricordato a tutti che le sue auto rimarranno fedeli ad Android Auto e CarPlay.
L’argomentazione? Sono sicuri. Ovvero, lo stesso argomento scelto da General Motors per abbandonarli, ma al contrario.
Post di @jimfarley98Visualizza su Threads
In ogni caso, sul social si sono sbizzarriti, soprattutto Millennials e Generazione Z, ovvero individui sotto i 40 anni per cui la compatibilità ai sistemi dei loro smartphone è fondamentale.
Tanto che, nonostante molti dichiarino che in famiglia abbiano sempre comprato GM, se la decisione dovesse essere definitiva potrebbe essere motivo per comprare altro. A segnare l’importanza che oggi riveste la multimedialità.
I dati di Apple lo confermano: quasi 8 acquirenti di auto nuove su 10 negli USA considera CarPlay una caratteristica indispensabile nella loro auto. Al momento, però, GM non sembra voler ammettere l’errore, né tornare sui suoi passi, né trovare una strategia di marketing efficace per rendere piacevole questa scelta. Insomma, sta dimostrando di non riuscire a gestire la cosa.
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