Il CEO di Ford, Jim Farley, parlando a proposito di Apple CarPlay e Android Auto ha dichiarato che le case hanno perso “quella battaglia” (quella sull’infotainment, ndr) 10 anni fa. Una dichiarazione che segue l’intenzione di implementare ancor meglio il software delle sue vetture con i sistemi di Cupertino e Mountain View.
Le dichiarazioni arrivano forse anche in contrapposizione con l’eterna rivale in casa di sempre, General Motors, che invece ha scelto di allontanarsi progressivamente dai due sistemi, prediligendo quello proprietario. Con buona pace degli utenti.
Ciò che vogliono gli utenti
In realtà non ci vuole molto a capire cosa preferiscano gli utenti: in generale, soprattutto quelli tra i 18 e i 40 anni, spesso tendono a non esplorare nemmeno l’OS proprietario del veicolo, collegando direttamente il proprio smartphone alla vettura. Diversi i motivi, ma in generale il successo di CarPlay e Android Auto si deve al fatto che riproducono fedelmente l’uso di uno smartphone, sia in termini di semplicità sia per quello che si trova sopra, a partire dal navigatore.
Le dichiarazioni di Ford, quindi, sono perfettamente coerenti con le scelte fatte nell’ultimo anno. Quando Cupertino ha annunciato l’evoluzione di CarPlay, che fondamentalmente sostituirà quasi ogni ambito del software di un’auto, con grafiche anche per il contagiri e ambiti più “tecnici della vettura”.
Ma questo riguarda anche altri produttori. Il nuovo Open R Link di Renault è Android Automotive, e il gruppo francese è stato il primo a integrare non solo tutta la Google Suite ma anche, per esempio, Waze, il navigatore più amato dagli automobilisti. E questo vale anche per Volvo e Polestar, che semplificano la vita agli utenti con un software identico a quello di smartphone e tablet, e compatibile con il proprio account di Google.
Perché piace alle case
Farley, insomma, “ammette la sconfitta”, e anzi intende trarne vantaggio. Questo perché gli stessi produttori hanno molto da guadagnare da una base così solida di utenti come quella intorno ai due sistemi, che quindi possono fornire loro dati migliori sulle abitudini alla guida, e quindi potenzialmente pubblicizzare e vendere nuove funzionalità del sistema. Anche se, va detto, questi dati sono raccolti da Apple o Google e, quindi, da un’azienda terza.
Del resto, le persone vogliono che l’infotainment sia un’estensione del proprio smartphone, non un’altra cosa da imparare. E se da una parte è per loro costoso comprare le licenze per l’integrazione, dall’altra Ford stessa ammette che viene ammortizzato su una grande produzione.
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