Nella storia di Fiat, i successi si concentrano soprattutto nelle auto piccole e cittadine, compatte economiche che tanto sono piaciute agli italiani per il loro rapporto qualità-prezzo, e per un design spesso piacevole che ha visto la mano di artisti molto importanti.
La Fiat Uno in particolare rimane ancora oggi, a distanza di quasi 40 anni dalla sua prima versione, l’ottava auto più venduta al mondo, con ben 9 milioni di esemplari commercializzati tra le due versioni. E, secondo i dati, ancora oggi è una delle 10 auto più rubate in Italia. La Fiat Uno Turbo Rendering è la proposta in chiave moderna della versione sportiva della piccola di casa Fiat, prodotta dal 1985 al 1994 quando fu sostituita dalla Fiat Punto GT.
Certo, le turbo degli anni ’80 sono ormai impossibile da produrre soprattutto per questioni legislative. Eppure, un ritorno almeno in versione elettrica potrebbe essere il colpo giusto da assestare sul mercato attuale. E per Stellantis sarebbe una freccia in più per far appassionare giovani e “diversamente giovani”.
Fiat Uno Turbo Rendering: piccola e cattiva
Si chiamava Uno Turbo I.E. e fu voluta dalla casa del lingotto per competere nel settore delle cosiddette Hot Hatch, ovvero delle piccole sportive, già dominato dalla Golf GTI, dalla Peugeot 205GTI e dalla Renault 5 GT Turbo. Ci volle davvero poco tempo perché la piccola FIAT riuscisse a farsi spazio, mangiando fette di mercato alle concorrenti, per merito di un miglioramento al motore della Uno standard, e anche per un’efficace ottimizzazione di emissioni e consumi.
Il motore della Uno Turbo, prodotta in circa 50.000 esemplari, aveva due diverse centraline: una Multipoint di Bosch per l’iniezione elettronica, e una Microplex MED di Magneti Marelli per l’accensione elettronica; era dotata, poi, di un turbocompressore giapponese raffreddato ad acqua in grado, con il suo intercooler aria/aria, di abbassare la temperatura dell’aria che entrava nei cilindri. Il motore arrivava a 105CV, con coppia massima di 147 N/m, per una velocità di 200km/h e un’accelerazione 0-100 in meno di 9 secondi.
FIAT Uno Turbo Rendering: in tutto e per tutto
A teorizzare un ritorno della piccola cattiva di FIAT, che oggi sarebbe a metà tra la Uno base e una Uno prodotta da Abarth, ci ha pensato il designer Marino, che nei suoi progetti è rimasto particolarmente fedele all’originale, anche se con delle differenze molto particolari interessanti che hanno reso la vettura molto più tamarra e cattiva, quindi decisamente al passo con un periodo dove le vetture sempre più già nella versione di serie propongono un allestimento dall’estetica sportiveggiante, ispirato alle loro versioni sportive (vedi Ford con le ST-Line, Peugeot con le GT-Line, o Volkswagen con le R-Line, e così via).
Il frontale si caratterizza per avere un cofano particolarmente muscoloso, dove spiccano le due nervature centrali, mentre al frontale questa muscolosità si ritrova nelle linee tese del paraurti e nelle enormi prese d’aria tutte poste nella parte inferiore. I gruppi ottici sono sottili e larghi, oltre che bruniti, e richiamano quelli dell’originale anche se sono molto più stretti rispetto alla Uno degli anni Ottanta, e più vicini a quelli della seconda serie. Ma ciò che richiama di più la vettura originale è sicuramente il logo FIAT ad aste diagonali, oggi anacronistico visto che la casa torinese lo ha abbandonato nei primi anni Duemila. Bello, invece, il parabrezza, anch’esso brunito e bello largo, che ricorda un po’ una navicella spaziale, e privo quasi di montanti, a creare continuità con i finestrini laterali.
Il profilo della vettura presenta le medesime linee tese e rigide viste nel frontale, con un minigonne particolarmente accentuato e dei cerchi grandi anche se – secondi me – non particolarmente belli. L’idea delle 3 porte richiama sportività, e ho apprezzato anche la maniglia nascosta nel montante centrale. Molto pronunciati anche i parafanghi, soprattutto quello posteriore che risalta di più visto che la linea del retro va a stringersi sempre di più verso l’interno.
Proprio il posteriore è quello che più richiama la Uno originale, anche se con degli accorgimenti azzeccati. Bella l’idea del designer di posizionarla vicino all’Alfa 4C – che proprio quest’anno va in pensione, purtroppo, senza eredi – che potrebbe anche suggerire un’idea di derivazione, almeno per il motore, di questa FIAT Uno Turbo Rendering. I fari posteriori nella forma richiamano quelli originali, anche se la parte superiore è puro disegno, riuscitissimo secondo me con questa linea orizzontale che va oltre i “confini” del retro, arrivando fin quasi al parafango. La parte inferiore è invece il vero gruppo ottico, con una firma a LED molto semplice (sono linee orizzontali) ma efficaci. Molto cattiva la zona inferiore, con il doppio scarico e la stessa muscolosità dell’anteriore e del profilo. Peccato, invece, per la mancanza di un uno spoiler, che forse garantirebbe maggiore stabilità.
Ciò che invece non è particolarmente riuscito sono gli interni: richiamano molto, forse troppo, un’auto sportiva da pista, e in generale pur presentando materiali di qualità come addirittura la fibra di carbonio (o almeno così sembra), oggi risulterebbero confusionari e anacronistici. Inoltre, la sensazione visiva non è di grande qualità.
In generale, comunque, questa FIAT Uno Turbo Rendering sarebbe perfetta per far tornare FIAT a competere con auto quali la Fiesta ST, Polo e GOLF GTI, 208 GT e Clio RS. Ma mai dire mai: si vocifera che questa nuova alleanza italo-francese riporti il Lingotto nel segmento B, e questo potrebbe dar luogo anche a una versione sportiva, magari con logo Abarth.
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