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Euro 7 come l’Euro 6, nella EU prevale finalmente il buon senso

L'UE dimostra realismo votando la proposta che vede confermati i limiti dell'Euro 6 anche per l'Euro 7 senza ulteriori restrizioni.

L’Euro 7 sarà praticamente come l’Euro 6, dato che il Consiglio Europeo ha adottato sostanzialmente la proposta della Commissione relativa alle normative Euro 7, con requisiti meno rigidi rispetto a quelli inizialmente proposti. Questa decisione è stata influenzata dalla presidenza di turno della Spagna, che ha appoggiato le considerazioni di alcuni Paesi membri come l’Italia e la Francia.

Una decisione presa a stragrande maggioranza, con Germania, Austria e Lussemburgo gli unici contrari. Un voto probabilmente di facciata, che serve più alla polita interna piuttosto che a quella europea. Abbiamo scritto infatti dei problemi dell’industria tedesca, ed è facile pensare che sotto sotto i tedeschi fossero d’accordo con Spagna, Italia e Francia, ma che non possano dirlo pubblicamente.

Il Consiglio suggerisce quindi di mantenere le attuali condizioni di prova e limiti di emissione stabiliti nella normativa Euro 6 per autovetture e furgoni privati di categoria M1 e N1. Tuttavia, ha proposto di allineare i limiti di emissione delle particelle dei freni e del tasso di abrasione dei pneumatici alle norme internazionali adottate dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite.

È stata richiesta un’ulteriore definizione e miglioramento del sistema di monitoraggio delle emissioni a bordo, senza compromettere la sicurezza stradale. Il Consiglio ha fissato scadenze chiare per l’adozione degli atti di esecuzione da parte della Commissione, al fine di fornire chiarezza e certezza del diritto agli operatori economici. Gli atti dovranno essere adottati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento, che è prevista per il 1 luglio 2025 per autovetture e furgoni.

Cosa succede ora? Il processo di adozione delle direttive europee prevede ulteriori passaggi, con il “Trilogo”, una procedura di negoziazione tra il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione, che inizierà una volta che il Parlamento europeo avrà stabilito la propria posizione negoziale.

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