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Dopo l’uscita dell'”arrogante” Tavares, volano gli stracci negli USA

Le dimissioni di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, hanno scosso l’industria automobilistica. Considerato un leader capace di trasformare le aziende, Tavares ha lasciato il suo incarico tra accuse di gestione arrogante e una crisi da risolvere negli Stati Uniti.Secondo fonti […]

Le dimissioni di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, hanno scosso l’industria automobilistica. Considerato un leader capace di trasformare le aziende, Tavares ha lasciato il suo incarico tra accuse di gestione arrogante e una crisi da risolvere negli Stati Uniti.

Secondo fonti interne all’interno dell’azienda e riportate da CNBC, il suo approccio focalizzato sui tagli ai costi e l’obiettivo di raggiungere margini di profitto a doppia cifra hanno causato tensioni con i dirigenti americani e problemi nelle relazioni con fornitori, concessionari e sindacati.

Un mandato segnato da contrasti

Nonostante un iniziale sostegno del consiglio di amministrazione per restare fino al 2026, il board di Stellantis ha deciso di rimuovere Tavares a causa di visioni divergenti sulla gestione aziendale. Le dimissioni, annunciate il 1° dicembre, sono state descritte come una “risoluzione negoziata”.

Tra le critiche più forti mosse a Tavares c’è stata la sua riluttanza ad ascoltare i dirigenti americani e la pressione costante per ridurre i costi, descritta da alcuni come “un’arma puntata alla testa”. Ora che Tavares non c’è più, incominciano a trapelare con più insistenza le voci critiche all’ormai ex CEO. Ad esempio, si parla di Tavares come “un uomo solo al comando”, come in pratica racconta un dirigente:

“Se pensi di sapere tutto, non ascolterai nessuno. Questo è stato il problema di Tavares.”

Disastro negli USA mentre GM e Ford volano

Le strategie di Tavares hanno avuto conseguenze pesanti per Stellantis negli USA, con un calo del 43% delle azioni a Wall Street nel 2024. Le vendite negli Stati Uniti hanno sofferto, portando a una diminuzione del 7% delle vendite globali nei primi nove mesi dell’anno, pari a 226.026 unità vendute.

In contrasto, i concorrenti come General Motors e Ford hanno registrato rispettivamente un aumento del 55% e una diminuzione più contenuta del 9% nello stesso periodo.

Cosa succede ora in Stellantis

C’è da dire che Tavares ha dimostrato le proprie capacità portando al successo di PSA Groupe così come alla ripresa di Opel durante il suo mandato. Tuttavia, il suo stile di gestione, simile a quello dell’ex CEO di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, si è rivelato un’arma a doppio taglio. La sua insistenza su fusioni e sinergie ha funzionato in passato, ma nel contesto di Stellantis, ha esacerbato le tensioni interne.

In attesa di un nuovo CEO, che sarà nominato entro la prima metà del 2025, Stellantis ha creato un comitato esecutivo ad interim, guidato dal presidente John Elkann. Prima mossa, portare un po’ di pace negli USA con il ritorno di Tim Kuniskis in Ram. Kuniskis, che aveva guidato Dodge e riportato in voga il mito delle “muscle car” di Detroit, era andato in pensione la scorsa primavera. Evidentemente Elkann è riuscito a convincerlo a tornare.

Stellantis si trova comunque in un periodo di transizione che sarà cruciale per ristabilire la fiducia degli investitori e gestire la transizione all’elettrico nel contesto del mercato globale.

 

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