Didi Chuxing, conosciuta come Didi, è la più grande azienda di ride-hailing cinese, ed ha già bloccato Uber nel suo tentativo di sbarcare in Cina. Ha dovuto battere in ritirata il colosso americano, vendendo proprio a Didi nel 2016, ed uscendo dal mercato in cambio di una quota di minoranza. Sebbene la Cina abbia sfidato il mondo dichiarando di voler diventare leader globale nell’Intelligenza Artificiale entro il 2030, la “colpa” del fiasco di Uber potrebbe essere stata di Apple, che proprio nello stesso anno aveva investito 1 miliardo di dollari in Didi.
Ebbene, a breve Didi inizierà a testare il servizio di Taxi, o Robotaxi, a guida autonoma, da chiamare tramite app. Il piano consisterebbe nel lancio delle prime corse autonome in un’area ristretta di Shanghai, per poi espandere il servizio a Pechino e Shenzhen, entro il 2020. Non solo, perchè già si parla di esportare i robotaxi fuori dalla Cina entro il 2021.
Le auto utilizzate da Didi saranno a guida autonoma di livello 4, potendo monitorare costantemente le condizioni della strada ed eventualmente attivare le funzioni di sicurezza. In ogni caso avranno a bordo un conducente umano per tutto il periodo di test. Anche in Cina, infatti, dove la tecnologia viaggia alla velocità della luce, alcuni problemi burocratici non permettono ancora di operare, venendo a mancare alcune licenze necessarie prima che possa effettivamente incominciare il servizio 100% autonomo. Le corse dei taxi a guida autonoma saranno gratuite, mentre saranno offerti oltre 30 veicoli diversi per i servizi taxi a guida autonoma nell’ambito del progetto pilota.
Una missione quasi “sociale” in un Paese dove gli standard di sicurezza non sono al top, e dove in particolare i tassisti si sobbarcano turni di lavoro massacranti. Proprio nei mesi scorsi, Didi ha dichiarato di avere le prove che oltre 300.000 conducenti non hanno rispettato gli standard di sicurezza, e non è difficile credere che sia così.
Da punto di vista industriale e strategico, si sa che Didi sta cercando di sviluppare la tecnologia per la propria flotta e di lavorare già in collaborazione con alcune automobilistiche, fra le quali cui Toyota, per commercializzare e implementare la guida autonoma.