Senza grandi clamori mediatici prosegue lo sviluppo di reti di idrogeno, con la firma della Dichiarazione Congiunta d’Intenti (JDoI) a Roma. A maggio dello scorso anno Italia, Germania ed Austria avevano firmato una dichiarazione congiunta sul Corridoio Sud dell’Idrogeno, ora resa più forte dall’accordo con Algeria e Tunisia per collaborare alla sua realizzazione, un’infrastruttura ambiziosa che si estenderà per 3.500-4.000 chilometri, connettendo direttamente il Nord Africa all’Europa.
Si tratta di un progetto che mira a trasportare idrogeno verde, un vettore energetico prodotto da fonti rinnovabili, contribuendo a ridurre le emissioni di carbonio e garantendo una maggiore sicurezza energetica per il continente europeo.
Tecnologia avanzata per un futuro sostenibile
Il Corridoio dell’Idrogeno utilizzerà tecnologie all’avanguardia per garantire efficienza e sostenibilità. Una parte fondamentale del progetto consiste nel riutilizzo delle infrastrutture esistenti per il gas naturale, che copriranno circa il 60-70% dei 3.250 chilometri del segmento europeo.
Attraverso il retrofitting di queste condotte, sarà possibile minimizzare i costi e l’impatto ambientale. Una volta completata, la rete sarà in grado di trasportare fino a 163 terawattora (TWh) di idrogeno verde all’anno, di cui 55 TWh destinati alla Germania.
La produzione di idrogeno sarà basata sulla tecnologia di elettrolisi, che separa l’idrogeno dall’acqua usando energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili come il sole e il vento. Tunisia e Algeria si stanno già posizionando come leader nella produzione di idrogeno, grazie alla collaborazione con aziende europee che sosterranno la produzione su larga scala.
Collaborazione strategica tra nazioni
La firma del JDoI è il risultato delle discussioni avviate durante il Pentaministerial Meeting di Roma, che ha visto la partecipazione di ministri ed esperti di energia dei cinque paesi coinvolti. Durante l’incontro, la Tunisia ha annunciato dieci Lettere d’Intenti per progetti legati all’idrogeno, mentre l’Algeria ha svelato piani per una vasta iniziativa di produzione di idrogeno verde.
L’Italia ha riaffermato il suo ruolo strategico come hub energetico europeo, promuovendo l’idrogeno come parte integrante della propria strategia energetica, che include anche fonti rinnovabili e nucleari.
Il progetto ha ricevuto inoltre il riconoscimento di Progetto di Interesse Comune (PCI) da parte dell’Unione Europea, confermando il suo ruolo cruciale nella transizione energetica europea.
Un futuro energetico sostenibile e condiviso
Con il suo potenziale per trasformare i mercati energetici, il Corridoio Sud dell’Idrogeno è stato definito come uno dei più grandi progetti di energia rinnovabile dei nostri tempi. Questo ambizioso piano non solo ridurrà la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili, ma creerà anche nuove opportunità economiche e occupazionali sia in Europa che in Nord Africa.
L’idrogeno si distingue per la sua versatilità: può essere impiegato nel trasporto, nell’industria e nella generazione di energia, offrendo una soluzione pulita per settori difficili da elettrificare. Inoltre, l’abbondanza di sole e vento nel Nord Africa rende questa regione un partner ideale per l’Europa nel creare una catena del valore sostenibile per l’idrogeno verde.
Prossimi passi e tempistiche
I lavori per il segmento nordafricano del corridoio sono già in corso, con il sostegno del Ministero Federale Tedesco per l’Economia e l’Azione Climatica (BMWK). L’infrastruttura europea vedrà una forte accelerazione nel 2025, con tappe fondamentali previste nei prossimi anni, tra cui:
- completamento della riqualificazione delle condotte del gas naturale.
- creazione di terminali per l’idrogeno su scala industriale.
Questi sviluppi saranno realizzati in fasi scalabili, adattandosi alle esigenze energetiche in continua evoluzione.
Il Corridoio dell’Idrogeno Meridionale rappresenta un esempio concreto di ciò che si può ottenere grazie alla cooperazione internazionale. Con un approccio che combina innovazione tecnologica, riutilizzo delle infrastrutture e sostenibilità, il progetto può diventare un modello per altre iniziative globali legate alle energie rinnovabili.