Biciclette pedalata assistita Trek (2)

Coronavirus: mobilità sostenibile in città, ma i negozi di biciclette sono chiusi.

Nella schizofrenia che governa il Paese e le nostre città, a molti non è sfuggito un particolare decisamente macroscopico. Se dal 4 Maggio, a meno di dietrofront, si potranno usare le biciclette, ecco che il Sindaco di Milano Sala annuncia […]

Nella schizofrenia che governa il Paese e le nostre città, a molti non è sfuggito un particolare decisamente macroscopico. Se dal 4 Maggio, a meno di dietrofront, si potranno usare le biciclette, ecco che il Sindaco di Milano Sala annuncia di trasformare la città con tante piste ciclabili.

Chiaramente l’idea è di mandare tutti in bicicletta, dribblando in questo modo i problemi che prima o poi arriveranno al pettine ad ATM in merito alla sicurezza sanitaria dei passeggeri: meno utenti sui mezzi pubblici, meno problemi. Ben vengano le piste ciclabili, ma se Sala pensa di risolvere così la fase 2 dell’emergenza coronavirus, si sbaglia di grosso. Diciamolo chiaramente: non tutti i milanesi vivono in centro città, e quelli che lavorano a Milano non sono tutti milanesi, anzi. Le distanze possono essere ampie e comunque, fino a prova contraria, non è obbligatorio per legge avere capacità fisiche per girare in bici, con le biciclette a pedalata assistita o con le bici elettriche.

Non solo: non dimentichiamo che in estate le temperature delle città italiane superano ovviamente quelle delle città nordiche citate sempre come esempio da seguire. Tra l’altro il “curioso” fenomeno accade da sempre, prima che qualcuno inventasse il termine “cambiamento climatico”. L’effetto prodotto è che risulta impensabile presentarsi degnamente ad un appuntamento di lavoro, ma anche in un normalissimo ufficio, dopo aver fatto una bella pedalata quando sull’asfalto si toccano i 35/40 gradi.

Detto questo, anche se fossimo tutti d’accordo e fossimo tutti dei ciclisti provetti, potrebbe mancare un elemento fondamentale: la bicicletta, gli accessori, e qualcuno in grado di effettuare riparazioni o manutenzione. Si, perché come fa notare ANCMA, da giorni leggiamo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e locale che annunciano incentivi e sottolineano il protagonismo delle due ruote, ma la pianificazione della mobilità urbana in questa direzione non considera che la rete di oltre 2500 negozi ed officine hanno ancora la saracinesca abbassata.

Di fronte a un ragionevole aumento dell’utilizzo delle due ruote, la conformazione urbana di molte città suggerisce di non dimenticare il tema dalla sicurezza di ciclisti, ma anche dei motociclisti. Non solo sarà indispensabile fare appello ai cittadini di adottare comportamenti rigorosi e ancora più responsabili, ma anche permettere di comperare dotazioni di sicurezza, caschi, caschetti e abbigliamento protettivo con più facilità.

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