Bugatti Type 59

Come si crea un modellino di auto nei minimi dettagli?

Amalgam Collection ha realizzato il modellino della Bugatti Type 59 del 1935, rivelando interessanti dettagli su come viene prodotta.

Amalgam Collection ha realizzato il modellino della Bugatti Type 59 del 1935, rivelando interessanti dettagli su come viene prodotta.

Dopo le Lamborghini Countach e Revuelto, Amalgam Collection ha realizzato un’edizione particolare, chiamata “Uomo e macchina” e che riproduce sia un’auto, la Bugatti Type 59, sia il suo pilota Jean-Pierre Wimille che corse a Spa-Francorchamps, in occasione del Gran Premio del Belgio il 14 luglio 1935.

Questa edizione speciale in scala 1:8 è limitata a soli cinque abbinamenti di modello e figura, tre dei quali sono già stati acquistati da collezionisti di spicco al costo di  20.755 £ o 25.530 €. Per l’occasione, inoltre, Amalgam ha rivelato alcuni dettagli interessanti su come si progetta e costruisce un modellino.

Oltre 5000 ore di lavoro per la Bugatti Type 59

La Amalgam Bugatti Type 59 è il risultato di circa 5000 ore di progettazione e sviluppo, iniziato con una dettagliata scansione digitale di un originale Type 59, telaio 59122. Da qui, il team di Amalgam ha lavorato sul CAD, prima di stampare in 3D e lavorare manualmente centinaia di modelli. In particolare, ogni pezzo da 52 centimetri ha richiesto 500 ore per essere fuso, rifinito, dipinto e assemblato.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Sono stati realizzati gli stampi, e ogni parte è stata fusa in resina prototipica, per poi essere rifinita, dipinta e assemblata in queste piccole opere d’arte. Da notare, inoltre, che il prototipo originale ha ricevuto l’approvazione degli storici Bugatti solo quando erano completamente soddisfatti della riproduzione.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Il modellino ha quindi il cofano completamente removibile, fissato alla carrozzeria con cinghie in pelle in scala, sotto cui è possibile ammirare un’altrettanto dettagliata riproduzione del motore sovralimentato 3.3 litri otto cilindri in linea. Ci sono poi i collegamenti del freno in cavo, i cerchi in filo di pianoforte perfettamente ingegnerizzati e solo le ruote sono realizzate con 80 componenti, anche in questo caso assemblate dopo un lungo lavoro.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Chi vuole puà anche richiedere la patinatura, e i ragazzi di Amalgam modificheranno il modello per replicare una condizione post-gara. L’espressione definitiva dell’auto da Grand Prix Bugatti, la Type 59, è stata una testimonianza dei talenti straordinariamente creativi di Ettore e Jean Bugatti. In un’epoca in cui l’arte della progettazione delle auto da corsa era probabilmente superata dalla scienza, la Type 59 è rimasta competitiva nonostante il suo continuo utilizzo di meccaniche “antiche”. Rimane l’ultima vittoriosa vettura da Grand Prix di Bugatti.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Come detto, alla vettura si abbina Jean-Pierre Wimille in scala, considerato tra i migliori piloti di sempre e grande esempio per Juan Manuel Fangio. Fu lui a far rimanere Bugatti competitiva nel corso del tempo.

Il lungo lavoro dietro un modellino

I modelli di Amalgam sono ricreati nei minimi dettagli, secondo un lungo processo. Si parte dal CAD originale del produttore, o scansioni digitali accurate con centinaia di fotografie dell’auto originali.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Si creano poi stampi in silicone che presentino ogni dettaglio, e da questi si usa la resina prototipica per fondere le diverse parti. Si parla di circa 20-30 parti a stampo, per cui ogni volta ne va ricreato uno nuovo. Anche perché ogni modello è composto da migliaia di parti, che includono componenti in metallo a lavorazione CNC, fusioni e fotoincisioni: ciò richiede tra le 2.500 e le 4.500 ore per sviluppare lo stampo di ogni modello.

Bugatti Type 59
Image: Amalgam Collection

Inoltre, Amalgam utilizza vernici automobilistiche originali, o il più vicino possibile a quelle originali per rendere realistico il modello, e per tutte le rifiniture possono volerci anche altre 450 ore.

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